Inmaculada Donate Carretero, Villa il Gioiello: l’ultima residenza di Galileo Galilei
Il luogo da me scelto per contribuire alla sezione Racconta il tuo Barocco è la villa dove ha vissuto i suoi ultimi anni il padre della scienza moderna, il pisano Galileo Galilei.
Ho selezionato questo luogo probabilmente per la mia formazione scientifica e anche perché vorrei segnalare l’importanza degli sviluppi scientifici registrati nel periodo barocco, quando la divulgazione dell’eliocentrismo (presentato da Copernico nel 1545) e il riconoscimento della filosofia cartesiana – che introduceva l’idea del dubbio come garanzia dell’esistenza umana stessa – crearono le basi per la nascita della scienza moderna. E proprio in tale processo, il fisico, astronomo e matematico italiano giocò un ruolo chiave.
Se visitiamo Arcetri, una piccola zona collinare a sud di Firenze, vi troviamo numerosi edifici storici, come la chiesa di San Leonardo Arcetri, il convento di San Matteo, l’Osservatorio astrofisico e la casa dove Galileo visse dal 1631 fino alla morte, nel 1642, nota come Villa Il Gioiello e anche come Villa Galileo. Essa ha mantenuto l’originale semplicità e la caratteristica forma a “U”, con un cortile centrale chiuso da un muro sul lato verso il podere e arricchito da un loggiato a due ordini sui due lati corti, con colonne tuscaniche senza archi o volte. La facciata sulla strada è molto sobria, con cornici di pietra serena attorno alle finestre.
Prima che Galileo sottoscrivesse, nel 1631, il contratto d’affitto per Villa Il Gioiello (su consiglio della figlia suor Maria Celeste, monaca francescana nel convento confinante di San Matteo), la residenza era appartenuta a diverse famiglie. Tra di esse i Cavalcanti, che ricostruirono la casa dopo i danni subiti in seguito all’occupazione delle truppe imperiali durante l’assedio di Firenze, tra il 1529 e il 1530.
La villa fu il luogo dove Galileo Galilei scontò gli arresti domiciliari impostigli dall’Inquisizione nel 1633. Il Sant’Uffizio lo condannò per aver difeso la teoria eliocentrica (nell’opera Il dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo), considerata eretica e contraria alla teoria sostenuta dalla Chiesa, la teoria geocentrica. Pertanto, Galileo fu costretto a vivere sotto stretta sorveglianza, col divieto di ricevere persone con cui discutere di argomenti scientifici. Tuttavia, e nonostante il sopravvenire della cecità (1638) e la dolorosa perdita della figlia prediletta, scrisse in quegli anni alcune delle sue opere più rilevanti. Possiamo ricordare, ad esempio, Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze, in cui Galileo illustrava le sue teorie sulla resistenza dei materiali e sul moto.
Nello stesso periodo, lo scienziato ricevette la visita di personaggi con idee o interessi contrari alla Chiesa: il Granduca Ferdinando II de’ Medici, l’ambasciatore olandese (molti dei libri di Galileo vennero stampati a Leida), il poeta inglese John Milton e il pittore Giusto Sustermans. D’altra parte, negli ultimi anni, per intercessione del Granduca, a Galileo venne concessa la possibilità di accogliere presso la sua residenza il giovane Vincenzo Viviani. Anche Evangelista Torricelli frequentò regolarmente la villa fino all’8 gennaio 1642 quando, assitito dallo stesso Torricelli e da Viviani, Galileo morì all’età di 77 anni.
Dalla morte di Galileo, la villa ebbe diversi proprietari, tra cui i Del Soldato – ai quali appartiene lo stemma sulla facciata – e le monache di san Matteo, per le quali i Signori Otto apposero una targa sulla facciata che proibiva di ardire “a qualunque gioco di carte, di palla, palloncino, di ruzzola, et a qualunque altro simil gioco”, pena severi provvedimenti. Successivamente, nel 1788, il senatore Clemente Nelli fece apporre una lapide dedicata a Galileo sulla facciata, mentre un busto dello scienziato venne collocato all’interno di una nicchia nel 1843. Nel XIX secolo, l’edificio subì alcune trasformazioni soprattutto al piano superiore. Nel 1920 venne giudiciato monumento nazionale, e nel 1942 fu acquistato dallo Stato italiano.
Oggi la Villa appartiene al Dipartimento di Astronomia dell’Università di Firenze. Dopo un lunghissimo restauro (1986-2008) è stata riaperta al pubblico nel 2009, in occasione delle celebrazioni galileiane (400 anni dopo l’invenzione del cannocchiale galileiano) ed é visitabile su prenotazione. Il progetto per la celebrazione dell’Anno Galileiano del 2009 comprendeva anche la creazione di una “Città di Galileo” che includesse l’Osservatorio astrofisico di Arcetri e la Torre del Gallo, ma è stato sospeso.
Infine, voglio sottolineare che l’importanza di Galileo nella storia della scienza non sta stanto nella difesa del sistema eliocentrico, quanto nel suo modo di fare scienza. Egli aveva fiducia nel processo induttivo basato sulla sperimentazione, e non nel processo deduttivo costruito sulla lettura di classici come Aristotele. Cosi, il nuovo modo di fare scienza portò la creazione del metodo scientifico moderno (noto anche come metodo di Galileo), uno degli eventi più importanti che ha contraddistinto il periodo barocco.