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Antonella Ferrante, La mia prima esperienza con il Barocco

Ferrante2Documentandomi, mi sono resa conto del fatto che lo stile barocco ha trovato una buona “accoglienza” nel territorio abruzzese e basta fare qualche passeggiata per vederne testimonianza in molti paesi e città che ne conservano ancora oggi edifici e chiese. Per questo suggerisco una passeggiata anche nel mio paese, Canzano, un piccolo borgo in provincia di Teramo. Nel dover “raccontare il mio Barocco” ho scelto di parlare di questo luogo a me vicino: il Santuario della Madonna dell’Alno, che fa da ingresso al centro storico del paese. L’edificazione avvenne in seguito all’apparizione della Vergine ad un contadino di nome Floro nel 1480 (un evento straordinario ma affatto unico in quel XV secolo caratterizzato, nella provincia teramana, da così tanti fatti “miracolosi” da essere ritenuto il secolo delle apparizioni).

La primitiva chiesa, in stile gotico, negli anni seguenti fu ampliata più volte fino ad assumere la forma attuale in stile barocco. Decorazioni, stucchi, affreschi e i quadri si riferiscono a fatti relativi alle tre apparizioni della Madonna. È proprio qui che ritroviamo le principali caratteristiche dell’arte barocca: nell’architettura prevalgono gli effetti scenografici come le linee e le superfici ondulate che accentuano il senso del movimento; nella pittura troviamo arcate o loggiati che sembrano veri e che danno alla rappresentazione il carattere di ariosità e spazialità e dove le scene sono il racconto della cultura e tradizione del paese.

La facciata così come oggi la vediamo e le decorazioni all’interno risalgono ad una ristrutturazione avvenuta nel 1750, mentre il campanile in mattoni fu costruito nel 1810. L’interno è a navata unica attraversata da un transetto. La zona presbiteriale è sopraelevata di un gradino ed in essa trova posto un pregevole altare in marmo sul fronte del quale fa bella mostra di sè una raffigurazione dell’apparizione della Madonna dell’Alno. Alle spalle dell’altare è di particolare pregio la pala della Madonna del Rosario, ritratta tra San Domenico e San Nicola di Bari, realizzata da Pasquale Rico di Montereale e risalente alla prima metà del Settecento.

Sono trascorsi anni da quando passavo il tempo della messa ad osservare con il naso all’insù le decorazioni e i colori della volta della chiesa che mi hanno sempre incuriosita. Hanno stimolato a tal punto la mia curiosità di bambina da farmi chiedere a dove portassero quelle porte, finestre e balconi. Appena finita la messa uscivo fuori per verificare ci fossero finestre anche fuori, ma ogni volta ne restavo delusa! Fino a che davvero ho pensato che quelle rappresentazioni fossero il racconto di qualcosa che non tutti potessero capire, il racconto di una dimensione che va verso il “non finito”, e non infinito, l’idea era che quelle mura fossero solo per alcuni e che quelle finestre e quelle balconate fossero le porte di accesso per l’immaginazione!