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Le diverse versioni del Barocco andino

Pomata, Iglesia Santiago ApostolLo stile barocco, a partire dal 1630, dette vita ad alcune regionalizzazioni. Il Barocco di Quito, ad esempio, adottò le caratteristiche locali meticce dei personaggi rappresentati, con frequente apparizione dei costumi tradizionali indigeni, del paesaggio andino, di flora e fauna del posto, che sostituirono in tal modo l’iconografia europea presente nei modelli importati da oltre Atlantico. Anche l’uso di tecniche d’intaglio e pittoriche locali accentuò questa regionalizzazione. Esempio fulgido dell’architettura barocca è dato dalla chiesa di San Francisco, della Compagnia di Gesù.

Nel sud, il Barocco di Arequipa e di Potosí si caratterizzò per una ripresa di temi preispanici. Le decorazioni della cattedrale di Puno riprendono elementi iconografici come sirene, puma, scimmie, frutta tropicale. Nella regione del Titicaca vi sono varie zone con gruppi di templi barocchi. Juli, nota come la “piccola Roma d’America”, il grande centro missionario gesuita dell’altipiano, aveva quattro chiese: San Juan de Letrán, Santa Cruz de Jerusalén, Nuestra Señora de la Asunción y San Pedro Mártir. I Domenicani custodivano il Santuario di Pomata dove si venera la Madonna del Rosario, il più noto della regione dopo quello di Nuestra Señora de Copacabana, custodito dagli Agostiniani. Il tempio dedicato a Santiago Apóstol, a Pomata, segna il culmine dello stile mestizo (foto 1).

Particolarmente di rilievo è la produzione della zona di Potosí, in cui si formò una vera e propria scuola. Nel Seicento la zona mineraria del Cerro di Potosí, con la concentrazione di numerosissimi imprenditori delle miniere, lavoratori, commercianti, artigiani, tutti legati allo sfruttamento dei giacimenti d’argento e alle attività indotte, dette vita al più grande centro urbano di tutta l’America, con una popolazione che superava i 160.000 abitanti. Lo sfarzo delle chiese e dei palazzi ricorda ancora oggi la ricchezza di quel periodo. Nella scuola artistica di Potosí si formó Melchor Pérez de Holguín. Nato a Cochabamba, subì l’influenza di Zurbarán, soprattutto nella trattazione di figure ascetiche e mistiche. Opere come El triunfo de la Iglesia, El Juicio Final e Entrada del arzibispo Morcillo en Potosí testimoniano lo sfarzo delle decorazioni e dei costumi dell’epoca.

Basilio Santa CruzLa cosiddetta scuola di Cuzco, invece, città d’origina incaica che continuò ad essere importante centro politico e culturale durante la dominazione spagnola, si caratterizzò per l’originalità dei dipinti in cui si ritraggono diversi personaggi, con particolare cura nella rappresentazione di abiti e oggetti preziosi. Dopo il terremoto del 1650 che distrusse o danneggiò molti edifici della città, fu assegnata la decorazione di chiese e collegi ad alcuni artisti locali, come Diego Quispe Tito e Basilio Santa Cruz Poma Callao. La pittura di questi maestri e dei loro allievi si caratterizzò per un certo arcaismo stilistico, l’uso di ornati dorati, l’eliminazione di un ambiente verosimile sostituito da un paesaggio simbolico, dando così vita a un’originale iconografia sacra che ha avuto la sua espressione più autentica nella serie degli arcangeli archibugieri, angeli avvolti in vestiti ricchissimi, decorati in oro, che impugnano fucili, così come nei ritratti di madonne e sante ornate d’oro e gioielli. In questo modo, una parte della mentalità indigena riuscì a inserirsi nello schema occidentale, sopravvivendo nei contenuti espressi nella creazione artistica. (immagine: Basilio Santa Cruz Poma Callao, El nacimiento de San Francisco).

In sintesi, lo stile mestizo sviluppa una propria decorazione, i cui temi principali rispondono a motivi manieristi, preispanici, elementi naturali locali, temi cristiani prerinascimentali. La compresenza di elementi locali e di motivi classici, attraverso il manierismo, riflettono la visione dominante della natura e dell’uomo americano, inizialmente considerato idolatra e, quindi, paragonabile al pagano del mondo classico, prima che il cristianesimo compisse la sua opera pervasiva di razionalizzazione e convincimento. Il sopravvento della produzione artistica degli artisti indigeni permette che gli elementi dell’umanità, della flora e della fauna siano presenti un po’ ovunque ed esprimano la realtà andina. Inoltre queste tematiche si diffondono anche attraverso le arti minori: mobilio, tessuti, ceramica, oreficeria, rendendo così lo stile mestizo diffuso e duraturo, al punto che ancora oggi se ne percepiscono le conseguenze nella produzione locale.

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