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I Sacri Monti tra Lombardia e Piemonte

Sacro Monte DomodossolaNel clima controriformistico che seguì il Concilio di Trento (1545-1563), l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo e i vescovi delle diocesi vicine che seguivano il suo modello favorirono la costruzione di una serie di Sacri Monti, posizionati nel territorio delle Alpi e delle Prealpi nord-occidentali. Tali luoghi, rinunciando ad essere una fedele ricostruzione, anche dal punto di vista topografico, di Gerusalemme e della Terra Santa, si proponevano invece di fornire al fedele una rappresentazione narrativa della vita di Cristo e dei Santi, immersi in un ambiente naturale costellato di boschi, laghi e splendidi paesaggi. Spesso possedevano già un santuario o una storia e una tradizione legate a culti religiosi, a volte risalenti persino a riti pagani. Alla fine del Cinquecento sorsero così i Sacri Monti di Crea e Orta, ai primi del Seicento nacque quello di Varese, mentre le strutture di Belmonte, Domodossola, Ghiffa, Oropa e Ossuccio risalgono ai decenni successivi. Entrati dal 2003 nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, i nove Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia conservano nelle loro cappelle esempi notevoli d’arte barocca, affreschi, statue e complessi architettonici che rispecchiano inoltre la sensibilità e la particolare devozione religiosa che contraddistinse l’Europa mediterranea nel XVII secolo. Attraverso le immagini, l’arte era infatti utilizzata come uno strumento pedagogico, in grado di insegnare e allo stesso tempo di coinvolgere emotivamente i fedeli, in un territorio che era inoltre a stretto contatto con le regioni d’Europa dove aveva attecchito la Riforma protestante. Dedicati non solo a Cristo e al culto della Madonna e dei Santi, ma anche al Rosario e alla Trinità, una parte di questi Sacri Monti rientrava nel territorio del ducato di Milano, governato in età moderna dagli Asburgo di Spagna. (foto: Sacro Monte di Domodossola)

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