Modica
Come molti altri centri siciliani, Modica può vantare un’origine antichissima, risalente, secondo gli studi più recenti, al XIV secolo a.C. Fu popolata prima dai Sicani, poi da Fenici, Siculi, Greci, Romani e Arabi. Nel 1296, Manfredi Chiaramonte fu nominato dal re Federico II d’Aragona conte di Modica: i Chiaramonte legarono fortemente il loro nome alla città per tutta la fase finale del Medioevo, e la contea di Modica divenne uno dei più importanti Stati feudali dell’intero Meridione, oltre che del regno di Sicilia. Uno degli episodi più bui della storia cittadina accadde nel 1474, con il massacro di circa 360 ebrei consumato nel giorno dell’Assunta. Nel 1481, la contea di Modica divenne possedimento della famiglia spagnola degli Enríquez de Cabrera, titolari dell’importante titolo di Almirantes de Castilla. La città si impose come un punto di riferimento sul piano culturale per la presenza di numerose istituzioni educative, sia laiche che ecclesiastiche. Ordini religiosi come i Domenicani e i Carmelitani vi impiantarono degli studia sin dal Tre-Quattrocento, ma nel XVI secolo erano attestati anche una scuola pubblica e l’attività educativa dei Francescani Minori Osservanti. I Gesuiti fondarono il loro collegio a Modica nel 1630 e rimase attivo fino al 1767. Evento spartiacque nella storia cittadina fu il grande terremoto dell’11 gennaio 1693, che provocò oltre 3.000 vittime ed ingenti danni al patrimonio urbanistico e artistico. La ricostruzione, sia pur parziale (la città non era stata completamente rasa al suolo come era successo ad altri centri della zona), fece di Modica uno dei simboli del Tardo-Barocco del Val di Noto. Gli ultimi eredi della contea furono gli Álvarez de Toledo e i Fitz-James Stuart, fino all’abolizione del feudalesimo nel 1812.