I Giganti processionali e da corteo
I giganti «processionali» e da «corteo», in origine, erano dei manichini di dimensioni sovrumane che “camminavano” su trampoli. Costituiti da un’ossatura di vimini e legno rivestita con abiti in tessuto, essi sfilavano e danzavano, “portati” o “indossati” da uno o più persone, durante le processioni religiose, gli eventi ludici ed i cortei civili (come le grandiose cerimonie allestite per accogliere l’entrata di sovrani e principi nelle più importanti città europee). Dalla fine del Medioevo, i giganti assunsero progressivamente una fisionomia più solida e ricercata, e quindi una postura più stabile. Al punto che oggi, in alcuni casi, li vediamo collocati su carri e piattaforme mobili, ideate per sostenere l’aumento di peso dovuto all’impiego di materiali diversi e più pesanti (ferro, alluminio, gesso e cartapesta).
I primi giganti rituali di cui si hanno notizie certe risalgono agli ultimi secoli del Medioevo. Nel Rinascimento prese avvio la prima grande trasformazione del panorama ‘gigantesco’ europeo, che arrivò a pieno compimento durante l’età barocca. I tratti e i profili dei giganti processionali e da corteo sono cambiati continuamente: dalla scenografia religiosa in cui sono stati pensati sono transitati nell’universo simbolico civico e, col passare del tempo, in contesti sempre meno carichi di storia e di grammatiche simboliche, fino a raggiungere ambiti folkloristici più ristretti. Questo percorso, tuttavia, non è sempre stato a senso unico: a volte, infatti, si è tornato indietro, per recuperare (spesso reinventandole) la fisionomia e l’identità originaria dei giganti. Tutte queste metamorfosi hanno assicurato ai colossi festivi una longevità sorprendente, dovuta alla vaghezza del loro profilo simbolico e alla loro precarietà materiale. A volte, il gigante inteso come oggetto è sopravvissuto tenacemente alla scomparsa del significato (che spesso è arduo rintracciare) attribuitogli dai suoi primi costruttori e spettatori; altre volte, al contrario, è stato il significato a sopravvivere alla morte fisica del gigante, incarnandosi in un’altra figura colossale. Conseguenza di ciò è l’attuale esistenza di Giganti, in varie regioni d’Europa, provvisti di identità molteplici, tutte suffragate da racconti leggendari, solo raramente dotati di una certa autorevolezza. Anzi, nella maggior parte dei casi, risultano incredibili e grossolanamente assemblati. Il lavoro di eruditi e intellettuali, nel tempo, ha accumulato un repertorio di spiegazioni possibili, che sono transitate non senza alterazioni nel senso comune.