Il cavallo al posto del cammello
Anche il cavallo vanta in Europa una storia simbolica altrettanto antica: si pensi, ad esempio, al cosiddetto cheval-jupon franco-belga (un cavallo di stoffa, indossato da un cavaliere a mo’ di salvagente), che ritroviamo anche a Seminara, e al mitico Cavallo Baiardo (il destriero magico cavalcato dai quattro figli di Aimone, descritto nel ciclo di Carlo Magno). A Léau, una città belga del Brabante fiammingo, la presenza del cammello è attestata sin dal XVI secolo, insieme ad un gigante Golia, al leone, al cavallo Baiardo e ad uno cheval-jupon. La similitudine tra il cammello meridionale e il cavallo Baiardo è giustificata soprattutto nei casi in cui l’animale esotico è sormontato dalla piccola figura del moro. In altri casi, quando l’identità della strana figura è associata a quella di un diavoletto, potrebbe esserci invece un’assonanza con il fantoccio di Anna Bolena che siede sulla famosa Tarasque o Tarasca franco-spagnola (un mostro mitologico dal corpo di tartaruga e con la testa di leone). È interessante notare come nell’ommegang (processione) di Termonde, nel Belgio fiammingo, il cammello sormontato dal piccolo moro sia parte di una variegata scenografia composta da giganti e animali fantastici.