La Settimana Santa di Malaga nel XX secolo
Durante la dittatura del generale Miguel Primo de Rivera (1923-1930), lievitò anche la presenza delle forze armate nei cortei e si fecero sempre più stretti i legami tra le confraternite e le gerarchie militari. La caduta del regime di de Rivera inaugurò una nuova stagione difficile per la Settimana Santa di Malaga. Con la nascita della seconda repubblica (1931), si assistette alla distruzione del patrimonio artistico delle confraternite ad opera dei militanti repubblicani anticlericali, che lo consideravano un retaggio cattolico e reazionario insopportabile. La situazione precipitò nuovamente nel 1936, quando alle elezioni vinse la sinistra e l’esercito reagì brutalmente con il sollevamento militare organizzato dal generale Francisco Franco. Gli anni della guerra civile (1936-39) rappresentarono un nuovo periodo di decadenza per le congregazioni e per la Settimana Santa. La vittoria di Franco (1939), invece, pose le basi per una ripresa del movimento passionista. Dal quel momento in poi, le processioni vennero fortemente strumentalizzate del nuovo regime dittatoriale, che faceva sfilare accanto alle immagini sacre anche i suoi simboli politico-militari. Nel dopoguerra, nonostante le difficoltà economiche, si ricostituirono e fondarono diverse confraternite e si crearono nuovi tronos. Dal 1960 alla metà degli anni Settanta, però, si aprì una crisi profonda, con difficoltà economiche e organizzative.