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Tiziano

TizianoTiziano Vecellio (1480/90-1576) nacque a Pieve di Cadore, nella Repubblica di Venezia. Maestro nell’uso del colore, fu a capo di una grande bottega, che rispondeva alle committenze di sovrani e altri potenti personaggi dell’epoca. Jacopo Pesaro presentato a San Pietro da papa Alessandro VI è la prima opera nota dell’artista, che ancora bambino si era trasferito a Venezia assieme al fratello Francesco per dare struttura alla sua inclinazione artistica. Qui conobbe Giorgione, che ebbe un’indubbia influenza sul giovane Tiziano e al cui stile si avvicinano molte delle sue opere giovanili. A partire dal 1511 sono attestati i primi lavori che denotano autonomia artistica del Tiziano, come i tre grandi affreschi per la sala principale della Scuola del Santo a Padova, dove il pittore si era trasferito per sfuggire alla peste che infuriava a Venezia. Rientrato nella città lagunare, divenne un artista affermato, la cui bottega riceveva ormai molte commissioni: di questi anni sono opere come Violante, la Nascita di Adone, Noli me tangere, le Tre età dell’uomo, Salomè con la testa del Battista, Donna allo specchio e il celeberrimo Amor sacro e Amor profano. Nel 1513 rifiutò l’invito di Leone X a trasferirsi a Roma, e tre anni dopo divenne pittore ufficiale della Serenissima. A partire da quella data, Tiziano si impose come uno degli artisti più ricchi e famosi d’Europa. Oltre alle grandi pale d’altare e ad altre celebri opera veneziane, lavorò anche a commissioni degli Este di Ferrara, dei Gonzaga di Mantova, dei Della Rovere di Urbino. L’aiuto dell’amico Pietro Aretino gli permise inoltre di varcare i confini della penisola italiana: la sua intermediazione fu infatti decisiva per poter incontrare Carlo V d’Asburgo a Bologna, nel 1530. Il rapporto tra imperatore e artista continuò negli anni successivi, fino alla realizzazione dei grandi ritratti del sovrano e della sua consorte, su tutti il Ritratto di Carlo V a cavallo, destinato a diventare un modello per tutti i ritrattisti di corte dei secoli successivi. Nominato conte palatino e cavaliere dello Sperone d’Oro, Tiziano fu l’artista preferito dell’imperatore, anche se lavorò pure per il papa: nel 1545 fu infatti ospite di Paolo III Farnese, di cui realizzò i due celebri ritratti, uno da solo e l’altro assieme ai nipoti Alessandro e Ottavio Farnese. Rientrato a Venezia alla fine del 1548, Tiziano visse negli ultimi anni soprattutto della committenza proveniente da Carlo V e poi dal figlio Filippo II. Ormai pittore manierista, si dedicò anche ad opere di contenuto religioso, come la Deposizione nel sepolcro e la Pietà , suo ultimo lavoro. Morì di peste il 27 agosto 1576.