Il ritratto di Francesco I duca di Modena
Nella Galleria Estense di Modena si trova il Ritratto del duca Francesco I d’Este, eseguito dal maggior pittore spagnolo del Siglo de Oro: Diego Rodríguez de Silva y Velázquez. Il sivigliano giunse a Madrid nel 1622 divenendo il pittore di corte di Filippo IV d’Asburgo. Dimostrò, fin dalle prime prove, un sincero interesse per il naturalismo di ispirazione caravaggesca e per la natura morta, si pensi a L’acquaiolo di Siviglia (1620 ca., Londra, Wellington Museum). Anche i suoi primi quadri sono concepiti come scene di vita quotidiana, con un largo spazio accordato ai personaggi secondari e alla descrizione degli oggetti. Fu dietro suggerimento di Pieter Paul Rubens, in missione diplomatica presso la corte madrilena nel 1628, che Velázquez fece il suo primo viaggio di studio in Italia. Le sue effigi di sovrani, letterati e gente comune hanno sempre ricevuto un’accoglienza entusiastica: i ritratti di Filippo IV e del fratello CarloCarlo d’Asburgo (1607-1632) era il quinto figlio del re di Spagna Filippo III (1578-1621) e di Margherita d’Austria-Stiria (1584-1611). Erede diretto del fratello maggiore Filippo IV (1605-1665) fino alla nascita dell’infante Baltasar Carlos (1629-1646), Carlo deve la sua fama principalmente al magnifico ritratto che di lui fece Diego Velázquez, oggi conservato nel Museo del Prado. sono caratterizzati da un realismo e da un’eleganza che non ha pari nelle opere dei pittori contemporanei. Dopo il soggiorno italiano, il maestro prese a inserire nelle sue tele accenti di raffinatezza inediti, pur mantenendo intatta la vena realistica e la capacità di rendere l’anima del ritrattato.
Il ritratto di Modena venne eseguito a Madrid nel 1639, durante il soggiorno di Francesco IFrancesco I d’Este (1610-1658) fu duca di Modena e Reggio dal 1629 fino alla morte. Figlio maggiore di Alfonso III d’Este, fu un abile condottiero, pronto ad approfittare dei contrasti tra Spagna e Francia. Riuscì ad annettere Correggio ai suoi possedimenti, ma fallì nel proposito di recuperare Ferrara e sottrarla al potere dei papi. Protettore di artisti e letterati, trasformò la sua capitale, Modena, in una delle più belle città italiane. Di lui resta il celebre ritratto che gli fece Diego Velázquez.. Il duca era accompagnato dal conte Fulvio Testi, letterato e uomo politico, che in una lettera celebrava la bravura di Velázquez e la bellezza dell’opera. Del conte esiste un Ritratto (Modena, Galleria Estense), eseguito da Ludovico Lana. L’opera coglie la qualità morale del personaggio, con lo sguardo penetrante e indagatore e una grande precisione nella descrizione dell’abito e degli accessori. Francesco I venne ricevuto con grandi onori e alloggiato nel palazzo del Buen Ritiro, magnificamente decorato di affreschi e dipinti. Nelle lettere indirizzate da Testi alla corte di Modena si apprende che il pittore “è caro, ma fa bene”, e che probabilmente l’idea iniziale era quella di confezionare un imponente ritratto equestre. Il Ritratto che oggi si trova nella Galleria Estense doveva rappresentare il modello in piccolo, eseguito dal vivo, per il ritratto equestre, che però non fu mai portato a termine. Il pittore spagnolo riuscì a esprimere, nell’atteggiamento aristocratico del principe e nella bocca lievemente imbronciata, una certa tensione: c’è quasi un’ombra di diffidenza nel suo sguardo, mentre la rigidità della posa lo rende un archetipo di atteggiamento umano, ancora valido ai nostri giorni. Rappresentandolo come un guerriero, Velázquez si rifece a modelli rinascimentali, soprattutto a Tiziano: il duca paludato nell’armatura sfoggia il Toson d’Oro, concessogli da Filippo IV. E’ un ritratto rapido, con quel carattere di non finito delle opere mature che, nonostante sembrino abbozzi, riescono a rendere con grande intensità il carattere del protagonista.