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Nostra Signora della Catena, Nostra Signora di Portosalvo, il Palazzo delle Aquile e la Fontana Pretoria

CatenaLa prima sosta dà importanza a una chiesa simbolicamente rilevante per Palermo, Nostra Signora della Catena (foto 1), così chiamata perché da essa si diparte una catena che viene ancorata all’altro estremo della cala per bloccare di notte l’ingresso a navi sconosciute. Si sparano colpi a salve «anco a rimpetto della chiesa di Nostra Signora di Portosalvo», una chiesa quattrocentesca dedicata alla Vergine protettrice dei naviganti, dalla pianta oggi particolarissima, in quanto proprio per realizzare il CassaroLa strada è il frutto di fatiche decennali. Viene iniziata, proprio al lato opposto da quello dello sbarco del nostro viceré, dove sorgono il Palazzo reale e la Cattedrale, nel 1567. Si prosegue a tappe, con una certa lentezza, perché si tratta di demolire gran parte delle costruzioni che sorgono sulla direttrice. I lavori si concludono solo nei primi anni Ottanta del Cinquecento., a fine Cinquecento, durante l’opera di demolizione dell’abitato, viene spregiudicatamente privata dell’abside.

Palazzo delle AquileProseguendo, «grandissima quantità di mascoli» vengono anche sparati all’altezza del Palazzo municipale o Palazzo delle Aquile (foto 2), una costruzione del tardo Quattrocento che oggi vediamo nelle vesti ottocentesche. La Fontana Pretoria (foto 3) che vi si staglia davanti mostra al viceré appena giunto lo splendore della capitale del regno di Sicilia. Si tratta di un capolavoro composto a Palermo, dopo l’acquisto da parte del Senato di una numerosa serie di statue da Luigi di Toledo, il cognato di Cosimo de’ MediciCosimo I de’ Medici (1519-1574), fu duca di Firenze e il primo Granduca di Toscana dal 1537 al 1574. Si sposò con Leonor Álvarez de Toledo y Pimentel, dalla quale ebbe un totale di 11 figli. Durante il governo di Cosimo I, i Medici aumentarono la grande collezione d’arte che oggi si può ammirare nella galleria degli Uffizi. Cosimo e sua moglie ordinarono inoltre la costruzione dei giardini di Boboli, che si imposero come il paradigma del giardino all’italiana.. Scolpite per la maggior parte dal toscano Francesco CamillianiFrancesco Camilliani, o Della Camilla (1530-1576) è stato uno scultore e architetto fiorentino. La suo opera più celebre è senz’altro la Fontana Pretoria, costruita a Firenze e poi trasferita, vent’anni dopo, a Palermo., vengono assemblate a comporre la fontana dal figlio Camillo CamillianiFiglio di Francesco, Camillo Camilliani nacque a Firenze, ma è noto per i lavori che svolse in Sicilia. Lavorò alla Fontana Pretoria di Palermo, l’opera più celebre di suo padre, prima di dedicarsi all’ingegneria militare e alla costruzione di una serie di fortificazioni lungo le coste siciliane. Morì a Palermo nel 1603., attivo in Sicilia nella seconda metà del Cinquecento. Diversamente da opere coeve, la Fontana pretoria non viene realizzata su un progetto iconografico ben preciso; il “programma” viene scritto curiosamente a dieci anni di distanza dalla posa dell’ultimo frammento di marmo.

Fontana PretoriaAssemblata durante il viceregno di Marco Antonio Colonna la fontana, secondo i più recenti rilievi critici, porterebbe celata fra i suoi marmi la firma della moglie Felice Orsini, che al pantheon fa aggiungere una serie di animali fra cui l’eloquente orso, quasi a voler lasciare traccia della sua presenza a Palermo. Si tratta di un’ipotesi particolarmente affascinante. Infatti, se la storiografia ha ormai da tempo messo in luce la capacità di intervento femminile in ambito pubblico, se sono stati approfonditi i profili delle sovrane, se ne è sottolineato l’apporto culturale e, al di là delle capacità riproduttive, l’importanza politica, non altrettanto è stato possibile per le viceregine: sono nobildonne che non hanno un ruolo pubblico e sono quindi destinate a vivere in un’ombra da cui emergono con estrema fatica. Anche oggi, in questa parata che procede verso la cattedrale la viceregina è presente; ma all’interno di un cocchio. Non per lei sono le salve che vengono esplose, mentre il viceré procede.

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