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La Vara dell’Assunta di Messina

La Festa dell’Assunta di Messina si celebra a metà agosto e culmina con la suggestiva processione della VaraLa parola vara ha come equivalente italiano il termine di derivazione latina fercolo, che sta ad indicare il gesto del portare un simulacro del Cristo, della Madonna o di un Santo per il culto. Il termine è traducibile con la parola “bara”, anche se per estensione indica l’intera macchina processionale ideata per portare in processione i corpi sacri o, nel caso della Settimana Santa, i gruppi statuari della Passione., la macchina barocca che simboleggia l’Assunzione in cielo di Maria. Si ritiene che in origine la Madonna di Messina fosse raffigurata come una statua equestre scortata a cavallo dai membri del Senato cittadino durante la festa di mezz’agosto. È nel corso del XVI secolo che il fercolo dell’Assunta si è trasformato in una “macchina” devozionale, pare ricavata dall’adattamento di un carro trionfale approntato per accogliere l’entrata trionfale in città di Carlo V (1535). La più antica raffigurazione della Vara è contenuta nell’Iconologia della Gloriosa Vergine di Placido Samperi (pubblicata a Messina nel 1644), che la ritrae insieme all’enigmatico cammello. La Vara messinese è uno dei più celebri e antichi carri devozionali esistenti in Europa. Si tratta di un apparato di otto tonnellate che sviluppa in altezza (per quasi quattordici metri) un grandioso racconto animato della morte e della salita al cielo della Vergine: un intreccio di movimenti e ornamenti, teatralità barocca e pedagogia evangelica. Una sua antica e altrettanto maestosa imitazione è ancora oggi portata in processione nella cittadina calabrese di Palmi.

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