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Noto

Ancor più di Catania, Siracusa o Modica, Noto è il comune siciliano che più di ogni altro deve la propria fama alla ricostruzione barocca successiva al terremoto del 1693. Anch’essa dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, l’attuale Noto sorge in realtà 8 chilometri più a sud della Noto antica, la cui antichissima storia fu spazzata via proprio dal sisma di fine Seicento. Il duca di CamastraPalermitano di nascita, Giuseppe Lanza, duca di Camastra (1630-1708) fu un magistrato e un personaggio molto vicino al potere spagnolo. Proprio il viceré duca di Uceda lo incaricò di organizzare e dirigere la fase di ricostruzione di Catania e di tutta la Sicilia sud-orientale dopo il devastante terremoto del 1693., responsabile della ricostruzione, decise allora di spostare il nucleo urbano più a valle, e nel nuovo sito si alternarono nei decenni successivi vari architetti, ingegneri ed artisti fino alla creazione dell’attuale straordinario centro urbano.

Cattedrale NotoMoltissime sono dunque le testimonianze del Barocco di Noto risalenti a quegli anni di fervente ricostruzione. Tra di esse, non possiamo non ricordare la Cattedrale di San Nicolò, sede della diocesi di Noto. I lavori di costruzione iniziarono nel 1694 e terminarono appena nove anni dopo, nel 1703, anche se numerose modifiche sono state aggiunte nel corso dei secoli successivi. La facciata è in pietra calcarea ed è un classico esempio di stile tardo-barocco siciliano che presenta però indubbie influenze francesi e neoclassiche. Sulla sommità della scalinata a tre rampe si innalza una facciata a torri laterali, con tre portali compresi tra colonne corinzie e, nel secondo ordine, quattro statue che rappresentano gli evangelisti e un finestrone centrale. L’interno, a tre navate, conserva varie opere d’arte, alcune proveniente dall’antica Noto, e l’urna che conserva i resti di Corrado ConfalonieriCorrado Confalonieri (1290-1351) fu un terziario francescano, pellegrino, penitente ed eremita. La Chiesa cattolica ne celebra la memoria il 19 febbraio.. Nel marzo 1996, alcuni difetti di costruzione causarono il crollo della cupola, della navata destra, della navata centrale e del transetto destro. La cattedrale è stata interamente ricostruita, seguendo il modello originale, e riaperta al pubblico nel 2007, con l’aggiunta di alcune pregevoli opere d’arte contemporanea.

Noto, balcone2Come esempio di architettura civile, spicca Palazzo Nicolaci di Villadorata, sito nella stessa via, via Nicolaci, dove ogni anno si svolge l’infiorataOgni anno la città di Noto celebra l’evento dell’infiorata nella terza domenica di maggio. La festa si tiene in via Nicolaci, ricoperta da un tappeto di fiori disposti in modo da creare meravigliosi disegni, secondo la differente tematica scelta ogni anno. Per l’evento accorrono in città artisti locali ma anche, soprattutto negli ultimi anni, artisti internazionali.. I lavori di costruzione iniziarono attorno al 1720 e si protrassero fino al 1765. La facciata barocca presenta un grande portale con due grandi colonne ioniche ai lati. Al di sopra del portale spicca uno spettacolare balcone, fiancheggiato da altri sei balconi più piccoli, tre per lato, che sono tra le più celebri immagini del Barocco siciliano: tutti i balconi presentano ringhiere ricurve in ferro battuto e sono sorretti da mensoloni tutti diversi gli uni dagli altri, con le sembianze di bambini, animali ed esseri mitologici come centauri e sirene. L’edicifio, nato come residenza urbana della famiglia nobiliare Nicolaci (che è tuttora proprietaria di un’ala del palazzo, mentre il resto è stato donato al Comune di Noto), ha al suo interno 90 stanze, distribuite su quattro piani. Tra di esse, riccamente decorati sono il Salone Giallo, dove la famiglia Nicolaci era solita ascoltare musica e concerti privati, il Salone Verde, dove si ricevevano gli ospiti, e il Salone delle feste, in cui domina l’affresco del Dio Apollo che trascina il carro del sole. Un’ala del palazzo è inoltre sede della Biblioteca Comunale “Principe di Villadorata”.

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