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Gli anni madrileni di Giambattista Tiepolo

Apoteosi Monarchia spagnola - TiepoloIl maggiore protagonista della pittura Rococò europea, il veneziano Giambattista Tiepolo, trascorse gli ultimi anni di vita a Madrid, dove scomparve improvvisamente il 27 marzo del 1770 all’età di 74 anni. Era stato chiamato a corte nel 1762 da Carlo III con il compito di affrescare il nuovo Palazzo Reale, edificato a partire dal 1735 su progetto di Filippo Juvara e terminato dal collaboratore Sacchetti. Tiepolo giunse in Spagna dopo tre sfiancanti mesi di viaggio, accompagnato dai figli Lorenzo e Giandomenico. Nelle immense sale del nuovo edificio eseguì tre soffitti: l’Apoteosi della Spagna (foto) nella Sala del Trono, eseguita con la collaborazione dei figli; l’Apoteosi di Enea nella Sala degli Alabardieri; infine, la Grandezza della monarchia spagnola, nell’anticamera della Regina. L’Apoteosi della Spagna, portata a termine nel 1764 (firmata e datata sul cornicione), glorificava la monarchia spagnola, circondata da diversi Stati e assistita dalla Virtù dai tratti neo veronesiani. Le allegorie, che enfatizzano le qualità di Carlo III, sono accompagnate dall’inserimento di riferimenti storici, come i doni portati da Cristoforo Colombo. Grande ricchezza inventiva, ritmi ariosi e dilatati si ritrovano nell’Apoteosi di Enea, con il Tempo che permette all’eroe di conquistare l’immortalità. Nell’anticamera della Regina o “Saleta” rifulge la potenza della monarchia spagnola, rappresentata da una matrona in veste bianca circondata da numerose figure allegoriche. Nel vasto ciclo decorativo, emerge la forza inesauribile della sua vena narrativa che gli consente di raggiungere esisti di altissima qualità. L’affresco si presenta come una brillante ricapitolazione delle precedenti imprese, ma anche come una superba prova delle sue capacità di dominare la prospettiva e l’orchestrazione di simboli e allegorie, fuse in una mirabile armonia di luci e colori, storia e poesia, a esaltare la dinastia spagnola. Nonostante il largo intervento dei figli, gli affreschi presentano grande omogeneità di stile, per la capacità comune di Giandomenico e Lorenzo di mimetizzarsi nelle forme stilistiche del padre, traducendone la volontà di perfezione formale.

Due anni più tardi, tra il 1767 e il 1769, Tiepolo era impegnato nella realizzazione di ben sette pale d’altare per la chiesa reale di Aranjuez (oggi Madrid, Prado e Palazzo reale), con figure di santi collocati in paesaggi vuoti e realistici. Nello stesso momento il prolifico artista portò a termine quelli che sono considerati i capolavori del suo periodo estremo, cioè le quattro tele con la Fuga in Egitto, divise tra la Staatsgalerie di Stoccarda e il Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona. Caratterizzate da colori chiarissimi e da una grafia tremolante, fanno emergere la rassegnazione del vecchio artista. Tuttavia, egli ha ancora la forza di accettare un’ultima impegnativa impresa: la decorazione della volta della collegiata di Sant’Ildefonso a La Granja, di cui tuttavia fu in grado di approntare il solo bozzetto preparatorio con l’Immacolata Concezione (oggi Dublino, National Gallery).

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