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La cattedrale del Santissimo Salvatore di Mazara del Vallo

Mazara del Vallo 2Mazara del Vallo, comune della provincia di Trapani, conserva molte preziose testimonianze della sua storia e dell’evoluzione dell’arte siciliana nel corso dei secoli. Piazza della Repubblica, in particolare, presenta uno spiccato aspetto barocco e comprende alcuni degli edifici di maggior interesse della città: la basilica cattedrale, il palazzo vescovile, il palazzo del Seminario e il Museo diocesano. Al centro della piazza domina la statua settecentesca di San Vito (foto), patrono di Mazara, realizzata da Ignazio MarabittiIgnazio Marabitti (1719-1797) è stato uno scultore palermitano. Guidò una fiorente bottega e lavorò in molti centri della Sicilia, in particolare nel duomo di Siracusa e nel duomo di Monreale..

La cattedrale del Santissimo Salvatore è sede della diocesi di Mazara del Vallo. Fu costruita nel 1093 per volere di Ruggero I d’Altavilla sul luogo dove in precedenza sorgeva una moschea. L’edificazione del tempio costituiva l’adempimento di un voto fatto per la battaglia vinta dai Normanni contro i Saraceni nel 1072. L’altorilievo posto sopra il portale rappresenta proprio il Gran Conte Ruggero trionfante, con il cavaliere e capitano Giovanni I Grifeo (protagonista assoluto della battaglia) alle sue spalle che lo protegge e guida il resto delle truppe.

Cattedrale Mazara del ValloL’aspetto barocco della cattedrale risale però alla seconda metà del Seicento, e si deve all’opera del trapanese Pietro Castro: della struttura originale rimasero, e rimangono tuttora, solo le mura del transetto e l’abside. L’interno a pianta basilicale e a croce latina è diviso in tre navate da due serie di colonne doriche, che sorreggono volte a crociera. Diverse opere d’arte vi sono conservate, tra cui: tre sarcofagi di epoca romana, un crocifisso ligneo dipinto del XIII secolo, un portale marmoreo del 1525 con le storie di Sant’Egidio (realizzato dallo scultore carrarese Bartolomeo BerrettaroBartolomeo Berrettaro (o Berrettari) fu uno scultore di origine carrarese ma attivo in Sicilia nel primo quarto del XVI secolo. Morì ad Alcamo nel 1524.), il ciborio marmoreo e gli affreschi di Domenico Giambecchina. Sei statue di marmo (Gesù sul monte Tabor, i profeti Mosè ed Elia e i discepoli Pietro, Giacomo e Giovanni) compongono inoltre la Trasfigurazione, opera di Antonello GaginiAntonello Gagini, o Gaggini (1478-1536) fu uno scultore e architetto palermitano del Rinascimento. Figlio di Domenico Gagini, operò soprattutto a Genova, in Calabria e in Sicilia..

L’esterno è dominato da un imponente campanile. Il portale, chiuso ai lati da colonne in marmo, è sovrastato dal già citato altorilievo, anch’esso in marmo, realizzato nel XVI secolo. Sopra di esso, è ben visibile lo stemma dei Borbone, mentre la parte alta della facciata è dominata da una pregevole finestra tondeggiante, riccamente decorata e sorretta da due angeli.

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