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La vigilia del Corpus Christi di Valencia

Oltre alla sfilata dei Cirialots, altre suggestive manifestazioni avvengono prima della Processione del Santissimo Sacramento di Valencia. Una tra queste è la Cabalgada (Calvacata), le cui origini risalgono all’inzio del XVI secolo. Lo svolgimento di tale cerimonia non è stato costante. Dal 1977, tuttavia, essa è stata reinserita stabilmente nel calendario festivo velanciano nella forma in cui si teneva a fine Settecento. La Cabalgada è la cerimonia in cui a nome delle autorità cittadine il Capellán de Las Rocas (il chierico incaricato in passato di custodire gli oggetti della Festa stipati nella Casa de Las Rocas) invita la cittadinanza a partecipare alla processione del Corpus che si terrà in serata. Per tale motivo, la Calvacata è detta anche Convite (invito, bando). Durante questa processione, oltre alle danze tipiche (la più interessante è senz’altro la Moma) ed ai Nani, vengono messi in scena da personaggi viventi alcuni Misteri: il Mistero di San Cristoforo, il Mistero di Adamo ed Eva ed, infine, il Mistero di Erode. In quest’ultima rappresentazione svolge un ruolo centrale la Degolla: la guardia di Erode incaricata di procedere alla strage degli innocenti. In passato, il famigerato ruolo della Degolla, che i figuranti interpretavano bastonando gli astanti, e le altrettanto energiche reazioni del pubblico, hanno portato alla soppressione di questo Mistero. Precedono la processione del Corpus anche il corteo dei Giganti e delle Rocas (gli splendidi Carri che ricalcano il percorso del Santissimo Sacramento tra le vie cittadine).

Nel suggestivo e ricchissimo preambolo al corteo del Corpus di Valencia partecipano anche i Nani (3 coppie di testegrosse che impersonano Asia, Africa e America, con la fisionomia dei turcos, moros e negros) ed i Giganti (4 coppie di colossi – Espagnoles, Turcos, Gitanos, Negros – in rappresentanza dei continenti conosciuti al tempo in cui la festa è nata, ed una coppia vestita alla valenciana). Ritroviamo anche i caballets o morets: si tratta di otto bambini vestiti da Mori che indossano a mo’ di salvagente un costume a forma di cavallo fatto di cartone e stoffa (presenti anche nella festa principale di Barcellona, in Francia ed in Belgio sono noti come i chevals-jupon). Come nella vicina Barcellona, il patrimonio gigantesco valenciano annovera anche molteplici figure zoomorfe. Oltre alle tre Aquile (la più grande è un’allegoria di San Giovanni Evangelista), infatti, non mancano le più tradizionali raffigurazione del Drago: la mitica Tarasca (un gigantesco ibrido zoomorfo domato, secondo la leggenda, dall’intervento miracoloso di Santa Marta di Betania), El Drac (che sfila insieme al suo avversario San Giorgio), la Cuca Fera (un mostro a forma di tartaruga, associato alla figura di Santa Margherita, in ragione del fatto che la tradizione attribuisce a quest’ultima lo sventramento del demonio sottoforma di dragone). Di particolare interesse, oltre all’insolita presenza di un carro raffigurante la Barca di San Nicola (patrono dei marinai), è senz’altro la partecipazione alla sfilata valenciana del fantoccio di San Cristoforo: uno dei giganti più antichi della tradizione spagnola, presente in Spagna sin dalle prime cerimonie medievali del Corpus Christi.