Il Duomo di Modica e la Cattedrale di Noto
Modica, centro della provincia di Ragusa, è stata inserita, assieme all’intera Val di Noto, nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, in considerazione soprattutto del suo centro storico e della splendida architettura barocca che la contraddistingue a partire dalla ricostruzione post terremoto del 1693.
Il Duomo di San Giorgio, considerato tra i simboli del Barocco della Sicilia sud-orientale, si presenta oggi come il risultato delle ricostruzioni cui fu sottoposta l’originale struttura, risalente al XII secolo, a seguito dei terremoti del 1542, del 1613 e soprattutto del 1693 (anche se altri sismi nel corso del XVIII e del XIX secolo apportarono alcuni danni alla struttura). Vari architetti ed artisti si susseguirono nella ristrutturazione del complesso. L’imponente facciata a torre fu costruita a partire dal 1702 e completata solo nel secolo successivo. Essa raggiunge un’altezza complessiva di 62 metri, mentre la cupola si ferma a 36 metri. Una spettacolare scalinata composta da 164 gradini porta ai cinque portali, che introducono alle cinque navate in cui è strutturato l’interno. Ai lati della scalinata, un giardino pensile su più livelli, l’Orto del Piombo, contribuisce alla monumentalità dell’aspetto esterno del tempio.
L’interno è a pianta basilicale e a croce latina. Presenta tre absidi dopo il transetto e 22 colonne con capitelli corinzi, oltre ad una serie di affreschi e di sculture di grande valore artistico (tra cui spicca il Polittico di Bernardino Nigro) e a un monumentale organo ottocentesco dotato di ben 3.000 canne.
Ancor più di Catania, Siracusa o Modica, Noto è il comune siciliano che più di ogni altro deve la propria fama alla ricostruzione barocca successiva al terremoto del 1693. Anch’essa dichiarata Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, l’attuale Noto sorge in realtà 8 chilometri più a sud della Noto antica, la cui antichissima storia fu spazzata via proprio dal sisma di fine Seicento. Il duca di CamastraPalermitano di nascita, Giuseppe Lanza, duca di Camastra (1630-1708) fu un magistrato e un personaggio molto vicino al potere spagnolo. Proprio il viceré duca di Uceda lo incaricò di organizzare e dirigere la fase di ricostruzione di Catania e di tutta la Sicilia sud-orientale dopo il devastante terremoto del 1693., responsabile della ricostruzione, decise allora di spostare il nucleo urbano più a valle, e nel nuovo sito si alternarono nei decenni successivi vari architetti, ingegneri ed artisti fino alla creazione dell’attuale straordinario centro urbano.
Moltissime sono dunque le testimonianze del Barocco di Noto risalenti a quegli anni di fervente ricostruzione. Tra di esse, non possiamo non ricordare la Cattedrale di San Nicolò, sede della diocesi di Noto. I lavori di costruzione iniziarono nel 1694 e terminarono appena nove anni dopo, nel 1703, anche se numerose modifiche sono state aggiunte nel corso dei secoli successivi. La facciata è in pietra calcarea ed è un classico esempio di stile tardo-barocco siciliano che presenta però indubbie influenze francesi e neoclassiche. Sulla sommità della scalinata a tre rampe si innalza una facciata a torri laterali, con tre portali compresi tra colonne corinzie e, nel secondo ordine, quattro statue che rappresentano gli evangelisti e un finestrone centrale. L’interno, a tre navate, conserva varie opere d’arte, alcune proveniente dall’antica Noto, e l’urna che conserva i resti di Corrado ConfalonieriCorrado Confalonieri (1290-1351) fu un terziario francescano, pellegrino, penitente ed eremita. La Chiesa cattolica ne celebra la memoria il 19 febbraio.. Nel marzo 1996, alcuni difetti di costruzione causarono il crollo della cupola, della navata destra, della navata centrale e del transetto destro. La cattedrale è stata interamente ricostruita, seguendo il modello originale, e riaperta al pubblico nel 2007, con l’aggiunta di alcune pregevoli opere d’arte contemporanea.