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Alessandro Scarlatti

Alessandro Scarlatti

Alessandro Scarlatti (Palermo, 12 maggio 1660 – Napoli, 24 ottobre 1725) è stato un compositore italiano di musica barocca, particolarmente famoso per le sue opere. In campo operistico, è considerato uno dei fondatori della grande scuola musicale napoletana. Nato a Palermo, fu padre di Domenico Scarlatti e di Pietro Filippo Scarlatti e fratello maggiore di Francesco Scarlatti.

«Alessandro Scarlatti è un grand’uomo, e per essere così buono, riesce cattivo perché le compositioni sue sono difficilissime e cose da stanza, che in teatro non riescono, in primis chi s’intende di contrapunto le stimarà; ma in un’udienza d’un teatro di mille persone, non ve ne sono venti che l’intendono.»

Così, il conte Francesco Maria Zambeccari, acuto indagatore dei costumi musicali ed attento interprete dei gusti del pubblico contemporaneo, individuò per primo (1709) uno dei principali motivi che contribuiranno alla progressiva ed inesorabile scomparsa dal repertorio della quasi totalità della sterminata opera di Alessandro Scarlatti, ossia l’estrema complessità formale che contraddistingue il linguaggio d’un autore votato ad uno stile severo e rigoroso, sostenuto dalla più solida dottrina contrappuntistica, appresa inizialmente a Palermo, e successivamente affinata nella Roma dominata dall’imponente figura di Giacomo Carissimi (1605-1674), compositore presso cui (secondo alcuni studiosi) il giovane Alessandro avrebbe svolto un breve ma intenso periodo di apprendistato nel corso dei primi mesi di soggiorno nella Città Eterna. Già in quell’epoca il musicista siciliano (che nel 1678 aveva ottenuto l’incarico di Maestro di Cappella presso la Chiesa di S. Giacomo degli Incurabili) si era segnalato per la stupefacente padronanza dei più complessi artifici retorici, che sapeva profondere nelle sue opere non disgiuntamente dalla sublime vena di malinconia che iniziava a velare la freschezza di melodie ancora memori della predominante scuola veneziana e dell’influsso di Alessandro Stradella (1644-1682), protagonista della musica romana che stava per concludere la sua sventurata e romanzesca parabola di uomo e di compositore nella lontana Genova per mano di un anonimo assassino.

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