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I domini pugliesi: Conversano

La contea di Conversano – che comprendeva i centri di Castellana, Casamassima e Castiglione, Noci e Turi – passò agli Acquaviva di Atri, portata in dote da Caterina Orsini del Balzo, figlia di Giovanni Antonio che si unì in matrimonio con Giulio Antonio Acquaviva, nel 1455. Ben presto Conversano diventò uno dei centri più importanti su cui si ramificava il potere degli Acquaviva i quali, dalla seconda metà del XVI secolo, preferirono alternare la loro residenza napoletana con quella pugliese, recandosi sempre più raramente ad Atri. Il Castello divenne così la loro residenza prediletta.

ConversanoIl Castello di Conversano sorge sul punto più alto della collina su cui è stata edificata la città, in una posizione in grado di dominare l’intero territorio circostante fino al mare, e delimita l’antico largo della Corte, un’ampia piazza dalla forma irregolare da sempre fulcro della vita cittadina. Il Castello è stato residenza dei conti di Conversano per quasi sette secoli, sin dall’epoca normanna. Del nucleo originario normanno si conserva oggi una torre a base quadrata, nota come Torre maestra, e un affresco posto sulla volta dell’ingresso originario, raffigurante i santi Cosma e Damiano. La seconda torre, simile alla torre maestra ma di dimensioni più modeste, fu costruita sul lato sud-est del Castello tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo. Sulle sue pareti si possono ammirare belle finestre gotiche e sul terrazzo un belvedere impreziosito da arcate. Furono gli Acquaviva a modificarne profondamente le caratteristiche originarie, trasformando l’antica fortezza in una dimora principesca. Intorno al 1480 Giulio Antonio Acquaviva fece edificare la torre cilindrica, divenuta oggi simbolo di Conversano, in sostituzione di una delle quattro torri quadrangolari del castello. Al di là delle strutture difensive, gli Acquaviva organizzarono il Castello come una grande dimora, in cui trovarono spazio anche gli ambienti destinati a scopi di rappresentanza: il Castello includeva, infatti, ampi saloni, dove i conti ricevevano i loro ospiti, le stanze da letto, il “guardaroba”, la “cucina”, la cappella, la galleria. All’interno della galleria gli Acquaviva avevano raccolto un eccezionale e ricchissimo patrimonio d’arte: mobilio di ogni tipo, parati e arazzi, ricami e stoffe, argenti, suppellettili, cristalli. Soprattutto avevano “collezionato” un numero sbalorditivo di oggetti artistici e preziosi: statue, sculture, dipinti. La galleria, già nel secolo XVI, si configurò come “quadreria” della casa e accoglieva opere pittoriche di gusto manieristico, in primo luogo di tema religioso, attraverso cui si manifestava un segno visibile della vitalità, della raffinatezza del gusto, del potere della famiglia comitale di Conversano. Nel Seicento quella singolare raccolta di dipinti venne arricchita soprattutto con opere di genere profano, che meglio rispondevano agli scopi decorativi e agli effetti sfarzosi ricercati in quell’ambiente di rappresentanza. Alle composizioni e ai temi di sapore arcaico subentrò la pittura di stile naturalistico, seguendo il rinnovamento dettato dal Caravaggio. Un inventario del 1666 elenca, disposti nelle varie stanze, nella cappella e nella galleria, tra quadri grandi e piccoli, tra quadri costituenti una “serie” (gli Apostoli, i Re e Imperatori, le Historie del Tasso) ed altri abbinabili a seconda del genere (paesaggi e vedute, scene bibliche, Santi e Madonne, ecc.), circa cinquecento dipinti!

L’edificio perse sempre più i caratteri del maniero e si trasformò in elegante dimora signorile della potente famiglia. Tra il 1550 e il 1720 si effettuarono importanti lavori di “ammodernamento”. Particolarmente importante l’intervento promosso da Giovanni Girolamo II detto il “Guercio di Puglia”, figura assai controversa, ma grande mecenate che commissionò, insieme alla moglie Isabella Filomarino, i magnifici affreschi della camera nuziale a Paolo FinoglioPaolo Domenico Finoglio, o Finoglia (1590-1645) fu un pittore napoletano. Le sue opere più celebri sono conservate nella Sala Capitolare della Certosa di San Martino a Napoli, e a Conversano, feudo della potente famiglia degli Acquaviva., fatto venire a Conversano da Napoli intorno al 1634. Nelle sale delle feste, inoltre, illuminati da alti finestroni, fece disporre il ciclo pittorico della Gerusalemme liberata, sempre opera del Finoglio. La riqualificazione artistica e architettonica del Castello si accompagnò ad un progetto volto al rilancio urbanistico ed artistico della città: chiese e monasteri videro all’opera importanti maestranze tecniche ed artistiche, per lo più sostenute dalle risorse della contea, ma anche finanziate con la partecipazione della nobiltà cittadina e della collettività intera. La città ne risultò rimodernata, secondo il gusto e gli orientamenti artistici dell’epoca barocca. Ancora nel 1710, come scritto sull’architrave del portale, su richiesta della contessa Dorotea Acquaviva, il castello subì ulteriori rifacimenti e, in particolar, fu eliminato, accanto alla torre poligonale, l’originario ponte levatoio, che serviva a superare il fossato circostante.

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