Palazzo d’Avalos a Procida
Nel 1529, il re Carlo V d’Asburgo affidò Procida ai d’Avalos. Innico d’Avalos, nominato nel 1561 dal papa Pio IV cardinale e successivamente Abate Commendatario di San Michele Arcangelo, lasciò un’impronta significativa nella struttura urbana dell’Isola. A lui si deve, innanzitutto, l’edificazione del Castello d’Avalos e la cinta muraria che trasformò il borgo di Terra Casata in Borgo di Terra Murata.
Il castello, voluto da Innico D’Avalos, su progetto di Giovan Battista CavagnaGiovan Battista Cavagna (1545-1613) è stato un architetto e pittore italiano, nato a Roma ma attivo soprattutto a Napoli. Tra le sue opere, le chiese di San Gregorio Armeno e di Sant’Anna dei Lombardi a Napoli, Palazzo d’Avalos a Procida (assieme a Benvenuto Tortelli) e il Palazzo dell’Arengo ad Ascoli Piceno. Autore anche di un libello accusatorio contro l’architetto Domenico Fontana, Cavagna morì a Loreto e ivi venne sepolto nella Cattedrale. e Benvenuto TortelliOriginario di Brescia, Benvenuto Tortelli fu un architetto e scultore in legno attivo soprattutto a Napoli. Fu autore degli stalli del coro della chiesa dei SS. Severino e Sossio a Napoli e responsabile, assieme a Giovan Battista Cavagna, della costruzione di Palazzo d’Avalos a Procida. con la sistemazione degli antichi fossi antistanti che vennero trasformati nella piazza d’armi, ha il doppio carattere di palazzo signorile e di fortezza: infatti la facciata rivolta verso il mare conserva la natura principale di fortificazione, mentre il lato a sud, aperto sulla nuova piazza d’armi, risponde ad esigenze di rappresentanza e rivela un aspetto armonioso e composto. Conseguenza importante della costruzione del palazzo fu la demolizione dell’antica porta di Sant’Angelo e quindi l’abbandono del percorso che collegava Terra Murata direttamente con il porto. Passata l’Isola in possesso dei Borbone nel 1736, Carlo di Borbone affidò all’ingegnere Agostino Caputo l’incarico di ristrutturare il Palazzo per adeguarlo a residenza reale. Altri interventi degni di nota furono quelli diretti da Ferdinando FugaFerdinando Fuga (1699-1782) fu un anchitetto nativo di Firenze, ma attivo soprattutto a Roma (Palazzo della Consulta, chiesa di Santa Maria dell’Orazione e Morte e facciata della Basilica di Santa Maria Maggiore, ecc.) e a Napoli (Real Albergo dei Poveri, facciata della chiesa dei Girolamini, ecc.). Con il passare degli anni, il suo stile slittò progressivamente dal Barocco al Neoclassico. Morì a Napoli prima di poter attuare il suo progetto di restauro della Cattedrale di Palermo. nel 1769 e il progetto di Carlo VanvitelliCarlo Vanvitelli (1739-1821) era il primogenito di Luigi Vanvitelli. Come il padre, con il quale lavorò per molti anni, e come i fratelli Pietro e Francesco, fu architetto e ingegnere. Alla morte del padre, Carlo assunse la direzione del cantiere della Reggia di Caserta, e molte altre sue opere furono completamenti e sviluppi di idee paterne. Tra di esse, ricordiamo, tutte nel napoletano, Palazzo Berio, Palazzo Doria d’Angri, la Basilica della Santissima Annunziata Maggiore e Villa Campolieto. di una rampa di accesso alla reggia dal mare. Dopo la restaurazione borbonica del 1815, Ferdinando IFerdinando IV di Borbone (1751-1825) fu re di Napoli (dal 1759 al 1799, dal 1799 al 1806 e dal 1815 al 1816) e di Sicilia (dal 1759 al 1816 come Ferdinando III di Sicilia), nonché re delle Due Sicilie dal 1816 sino alla morte, nel 1825, come Ferdinando I delle Due Sicilie. Figlio di Carlo III e marito dell’arciduchessa Maria Carolina d’Asburgo, regnò per quasi sessantasei anni. istituì a Palazzo d’Avalos una scuola militare (1818) e successivamente, tra il 1830 e il 1831, Francesco IFrancesco I di Borbone (1777-1830) fu Re delle Due Sicilie per soli cinque anni, dal 1825 fino alla morte. Era il secondo figlio di Ferdinando IV e di Maria Carolina d’Austria. trasformò il palazzo in carcere, con la costruzione del nuovo padiglione delle guardie. L’edificio si configura come un corpo rettangolare compatto che segue l’andamento naturale della parte settentrionale del promontorio della Terra; l’accesso è dalla piazza d’armi attraverso un cortile chiuso su tre lati da arcate che sostengono terrazze-belvedere. La facciata principale, orientata a sud, è molto semplice, con due ordini divisi da una sottile cornice di piperno e senza elementi aggettanti o in risalto. La facciata rivolta verso il mare rivela la natura di fortificazione ed è caratterizzata da successioni di semplici finestre che si aprono nel fronte dell’edificio, che appare quasi come la continuazione artificiale del costone tufaceo del promontorio della Terra.
Durante il governo di Innico D’Avalos sul territorio dell’isola di Procida, fu attuato un vasto e articolato programma di ampliamento che investì principalmente il borgo poi detto di Terra Murata. I maggiori interventi nel borgo della Terra furono la ristrutturazione dell’abbazia di San Michele Arcangelo (dove si conserva una tela di Luca Giordano), bruciata dai turchi, la costruzione di Palazzo d’Avalos, la realizzazione di una cinta fortificata con fossato esterno e la creazione di un nuovo ingresso a sud-ovest della cittadella, la Porta di Ferro, che si apriva su di una nuova strada che era appunto la via Nuova.