La famiglia Ruffo
Antica e nobile famiglia calabrese, dei Ruffo di Bagnara si hanno sicure notizie sin dal secolo XI, quando contribuì con Filippo ed Enrico alla conquista normanna della Basilicata e della Terra d’Otranto. Nel XIII secolo la famiglia continuò con i signori di Sinopoli, discendenti da Fulco (secolo XIII), rimatore alla corte di Federico II, e si divise nei Ruffo di Scilla (principi nel 1578) e nei Ruffo di Bagnara (duchi nel 1603 e principi nel 1644), il cui capostipite fu Esaù (?-1510), signore di Bagnara nel 1484 e Gran Cancelliere del Regno di Napoli. Nel corso dei secoli la famiglia attuò “una strategia di consolidamento patrimoniale e di presenza sul territorio che la distingue abbastanza nettamente dall’insieme delle maggiori famiglie del Regno. A differenza del grosso della nobiltà meridionale i Ruffo, infatti, mostrarono sempre un pervicace radicamento locale”, mirando ad ingrandirsi in Calabria e in Sicilia e solo a fine Seicento furono aggregati al patriziato napoletano con l’iscrizione al Seggio di CapuanaLa nobiltà napoletana era divisa in età moderna in cinque piazze o seggi: Capuana, Montagna, Nido, Portanova e Porto. I rappresentanti delle cinque piazze, assieme all’eletto della piazza popolare, formavano il Tribunale di San Lorenzo, che governava la città.. Nello stesso periodo mutarono strategia e iniziarono ad espandersi anche in Terra di Lavoro, Principato e Molise, iniziando ad effettuare cospicui investimenti soprattutto a Napoli, dove edificarono sontuosi palazzi e ville. Molti dei siti calabresi dei Ruffo sono stati pesantemente danneggiati dagli eventi sismici del 1783 e del 1908, pertanto solo pochi edifici hanno conservato elementi architettonici originari.
L’itinerario che unisce i loro vasti possedimenti si snoda dunque su un lungo e non sempre agevole percorso, partendo dalle coste meridionali della Calabria, dove si era costituito il nucleo più importante del potere dei Ruffo, toccando centri del Molise, della Basilicata e della Campania e giungendo infine a Napoli.
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