Figure animali accanto ai giganti
In origine tutte le creature rappresentate erano ispirate ai racconti biblici e agli episodi agiografici descritti nella Leggenda Aurea da Jacopo da Varagine: il drago, la Vibria (equivalente femminile del dragone) e la Tarasca erano associati alle gesta di San Giorgio, Santa Marta e San Michele; l’aquila alle virtù dell’Evangelista; il leone a quelle di San Marco; il bue e la Mulassa alla scena della natività. I due giganti più importanti erano Golia (originariamente accoppiato con Davide) e San Cristoforo (il gigantesco portatore del Cristo bambino). Il copione cristiano prevede la messa in scena di “giochi” pensati per esemplificare la lotta vittoriosa della fede sulle creature diaboliche, mediante la contrapposizione tra un rappresentante del Bene (il Santo o l’eroe) e una figura gigantesca negativa (Golia o il drago). Col passare del tempo, però, tali figure hanno varcato i limiti scenografici imposti dal simbolismo religioso. I giganti e le altre bestie mostruose hanno assunto nuove e mutevoli identità, subendo un intenso processo di stratificazione che oggi li rende spesso irriconoscibili, ma al contempo estremamente vitali.