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I Giganti dal XVIII al XXI secolo

Giganti di BarrafrancaGli studiosi che hanno ricostruito la storia dei giganti in Europa dalla prima età moderna ai giorni nostri, identificano nel Rinascimento l’apogeo della loro diffusione e nel Settecento una fase di decadenza culminata con alcuni provvedimenti statuali ed ecclesiastici emessi contro il loro uso (non solo durante la Rivoluzione francese, ma anche ad opera di sovrani come Carlo III di Spagna e l’imperatore austriaco Giuseppe II). L’Ottocento, invece, è considerato il secondo “rinascimento” dei giganti: i colossi festivi furono reinterpretati come i simboli del patrimonio ancestrale e della cultura popolare delle Nazioni. Oggi, invece, si è diffusa una vera e propria gigantomania legata al culto delle identità locali. Da qui la proliferazione dei cosiddetti «town-giants» o «géants-miroirs», ovvero di quei fantocci che impersonano i tipi socio-economici e i simboli anche inanimati di città e piccole comunità d’Europa. In tal senso, il Novecento è stato il secolo della “gigantificazione”, ovvero della trasformazione di figure normali in gigantesche (in passato, invece, nella maggior parte dei casi, il manichino altro non era che la rappresentazione proporzionata di un essere sovrumano).