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Controriforma

Per molti anni, l’idea di Controriforma è stata associata, in senso negativo, alla reazione cattolica avviata dal Concilio di Trento (1545-1563) allo scopo di ripristinare e potenziare il controllo della Chiesa sulla società. Secondo i suoi critici, tale atteggiamento avrebbe causato una sorta di ritorno all’oscurantismo medievale. A partire dalla fine dell’Ottocento, tuttavia, si fecero strada ipotesi alternative: dapprima l’idea che la Controriforma fosse stata preceduta da effimeri tentativi di autoriforma interni alla Chiesa cattolica; in seguito, soprattutto nella seconda metà del Novecento, la convinzione che le due tendenze  – la Riforma cattolica avviata alla fine del XV secolo e la Controriforma antiprotestante – avessero convissuto, intrecciandosi e contrapponendosi l’un l’altra, ovvero si fossero succedute cronologicamente. In generale, possiamo dire che tra Cinque e Seicento la Chiesa di Roma cercò di riaffermare la sua autorità, da un lato, ribadendo i fondamenti teologici criticati dai protestanti, dall’altro, approntando una profonda riorganizzazione della sua struttura ecclesiastica, riattivando il Tribunale dell’Inquisizione e compilando l’Indice dei libri proibiti (1559). Un ruolo fondamentale nel controllo della vita religiosa e nella riforma dei comportamenti collettivi, una sorta di nuova cristianizzazione, spettò ai nuovi Ordini religiosi fioriti nel corso del Cinquecento.

Per saperne di più:

  • A. Prosperi, Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Torino 1996.
  • R. Po-Chia Hsia, The World of Catholic Renewal, 1540-1770, Cambridge 1998.
  • W. de Boer, The Conquest of the Soul. Confession, Discipline and Public Order in Counter Reformation Milan, Leiden 2001.