La storia recente della Settimana Santa di Siviglia
Alle soglie dell’età contemporanea, l’antica tradizione della Settimana Santa di Siviglia avviò una stagione di profondi cambiamenti e interminabili vicissitudini. Tra fine Settecento e inizio Ottocento, la Corona impose alle Confraternite di sottoporre i rispettivi Statuti all’approvazione governativa. L’occupazione napoleonica della Spagna (1808), la successiva guerra di liberazione, i moti rivoluzionari e gli scontri civili dei primi decenni dell’Ottocento sconvolsero i ritmi della Settimana Santa sivigliana. Le Confraternite vissero un momento di stanca, aggravato dalla vendita dei beni ecclesiastici decisa dal governo. Durante il regno di Isabella II di Borbone, finalmente, si assistette ad una ripresa: negli anni Quaranta dell’Ottocento, infatti, crebbe il numero delle Confraternite e delle processioni e aumentarono anche i fedeli e i turisti che assistevano alla Settimana Santa. Le autorità dedicarono più attenzione alla promozione turistica e ai suoi risvolti economici (proprio in questi anni venne inaugurata la consuetudine di mettere in vendita posti a sedere lungo il percorso ufficiale delle processioni). L’esilio di Isabella (1868), inaugurò una nuova stagione di instabilità istituzionale, che durò fino alla restaurazione borbonica del 1875. Solo a partire dalla fine dell’Ottocento, le Confraternite tornarono in auge: si assistette alla fondazione di nuovi sodalizi, alla restaurazione di alcune antiche Cofradías (che ormai si identificavano con i quartieri cittadini, e non più con le corporazioni o con i gruppi etnici e nobiliari sivigliani) e alla codificazione degli attuali Pasos de Palio (i fercoli a baldacchino raffiguranti la Madonna). Nei primi decenni del Novecento, la Spagna venne lacerata da aspri conflitti politici e da forti spinte anticlericali, che produssero effetti negativi sulla Settimana Santa. La proclamazione della Seconda Repubblica (1931), in particolare, inaugurò una stagione di tensioni e violenze, che impedirono lo svolgimento di molte processioni (nel 1933 non ne uscì nessuna) e provocarono pesanti danni al patrimonio religioso, spingendo le Confraternite a schierarsi con le forze conservatrici. Dopo la stagione di cambiamenti vissuta durante il lungo periodo di dittatura di Francisco Franco (1936-1975), si è aperta una nuova stagione positiva, tuttora in corso, segnata anche da un ulteriore arricchimento del patrimonio artistico.