Le origini della Settimana Santa Cattolica
La storia della Settimana Santa inizia prima della nascita di Gesù. E non solo perché l’arrivo del Messia è considerato come il compimento profetico delle Scritture. Essa, infatti, si innesta sul rituale religioso ebraico, che a sua volta è debitore di risalenti usanze semitiche e di culti arcaici legati alla fine dell’inverno. Questo materiale simbolico e cerimoniale è stato poi ripensato in una prospettiva salvifica da Mosè e da Gesù, rispettivamente in occasione dell’Esodo dall’Egitto e della Settimana di Passione. È da questo intreccio rituale e simbolico che trae origine la Settimana Santa cattolica: la Pasqua cristiana, infatti, reinterpreta il tema del sacrificio (Gesù come Agnello di Dio) e quello della rigenerazione e del passaggio (la Resurrezione dalla morte) in una prospettiva che trascende i limiti simbolici dell’Esodo (la liberazione materiale dalla schiavitù) e afferma l’idea della rinascita spirituale (la liberazione dal peccato originale).
La Settimana Santa si svolge la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera (21 marzo), giorno in cui alla luce del sole segue la luna piena. La Pasqua, di conseguenza, è una festa mobile, che viene fissata di anno in anno tra il 22 marzo e il 25 aprile. Nel rito della Chiesa cattolica romana, con la Settimana Santa terminano i quarantaquattro giorni di Quaresima (iniziati il Mercoledì delle Ceneri), ovvero il tempo liturgico che rievoca le penitenze di Gesù nel deserto. La Quaresima è preceduta dal Carnevale, che inizia il Giovedì grasso e finisce prima del Mercoledì delle Ceneri, giorno in cui è proibito mangiare la carne (da qui l’etimologia della parola carnevale, carnem levare: eliminare la carne, fare astinenza dalle carni). La fine della Quaresima, il Giovedì Santo, segna l’inizio del Triduo, ovvero delle 72 ore che separano l’Ultima Cena dalla Domenica di Pasqua: il tempo liturgico in cui la Chiesa e i fedeli celebrano e rivivono la Passione, la Morte e la Resurrezione di Cristo.