I cambiamenti di una festa
Chi potesse osservare la festa di S.Agata per come si sviluppava in piena età barocca, nel Cinquecento e nel Seicento, non la riconoscerebbe. A quel tempo, pur rimanendo dei ceri in processione, le cannalore erano addobbate al punto da mostrarsi come veri e propri carri allegorici che mutavano ogni anno. Il fercolo inoltre era interamente portato a spalla (e quindi non veniva tirato) da devoti abbigliati con solo un perizoma e scalzi, chiamati gli ignudi.
Il grido cittadini fedeli tutti non era ancora diffuso e ci si limitava a gridare Viva Sant’Agata, spesso accompagnato da grida di olé. Il richiamo ai cittadini risale al XIX secolo.
Le donne, al contrario, erano molto più vestite di oggi. La maggior parte indossava un fazzoletto bianco rigirato sulla testa in maniera da lasciar scoperti solo gli occhi e questo modo di portarlo era chiamato gli occhiali. Le più devote poi portavano un velo nero che ne nascondeva completamente il volto e costoro erano chiamate le ‘ntuppatedde.
Prima dell’eruzione dell’Etna del 1669, inoltre, l’arrivo della lava modificò la conformazione del territorio nella zona sudorientale della città, proprio quella dove transitava allora il fercolo nel pomeriggio del 4 febbraio e dove si teneva, su una spianata, la corsa dei cavalli berberi, detta dei ginetti.
Solo dopo il terremoto del 1693, inoltre, fu introdotta una gara di canzoni, usanza interrottasi negli anni Sessanta del XX secolo. Al passaggio del fercolo davanti al seminario arcivescovile, inoltre, i seminaristi usavano srotolare festosamente nastri di carta rotolata, la cosiddetta strisciata.
Originariamente, inoltre, il fercolo girava per la città solo per una giornata, il 4 di febbraio. Il 3 febbraio si teneva una processione detta la luminaria: in segno di devozione sfilavano i ceri votivi spenti offerti alla Santa. La seconda uscita, quella del 5, è più recente. Solo dopo la seconda guerra mondiale, inoltre, il giro del fercolo ha interessato il Borgo, oggi un quartiere della città ma a lungo un villaggio autonomo che svolgeva una sua piccola, particolare festa di S.Agata. L’elemento di differenza più grande nel modo di svolgere la cerimonia in età barocca era tuttavia la presenza dei flagellanti, individui che per penitenza si flagellavano o ferivano ritualmente il corpo.