Serra San Bruno e Soriano Calabro
Due luoghi di grande importanza nella storia della devozione e della spiritualità calabrese in età moderna sono la Certosa di Santo Stefano del Bosco, a Serra San Bruno, e il convento dei Domenicani a Soriano Calabro. Serra San Bruno venne fondata dai Normanni, ma la sua struttura urbana risale al periodo barocco. Ripetutamente colpita da eventi sismici che hanno costretto a riparare se non a ricostruire interamente alcuni dei suoi monumenti, Serra San Bruno conserva alcuni segni dell’arte barocca nella chiesa Matrice, nelle chiese dell’Addolorata o di Santa Maria dei Sette Dolori, dell’Assunta e di Santa Maria del Bosco e in palazzo Pisani. La Certosa di Santo Stefano, fiorente in età moderna, fu anch’essa quasi completamente distrutta dal terremoto del 1783 e ricostruita in stile neogotico.
Per quanto riguarda invece Soriano Calabro, il locale convento dei Domenicani, posto sotto la diretta protezione dei sovrani di Spagna, raggiunse nel medesimo periodo un notevole potere economico, oltre a esercitare un’indubbia influenza in ambito culturale e religioso. Grazie infatti alla ricchezza dei lasciti e dei donativi e agli introiti costanti garantiti dall’affluenza dei pellegrini presso l’immagine miracolosa del Santo domenicano ivi custodita, il convento accumulò un vasto patrimonio. Un gran numero di chierici e laici vi giungeva inoltre per dedicarsi agli studi teologici, filosofici o ad altri studi particolari, come quello dei corsi orientali di lingue, istituito nel 1622. La maggiore dimostrazione del potere e della ricchezza del convento si ebbe nel 1652, quando i frati acquistarono, per 84.000 ducati, il feudo di Soriano, rimasto vacante dopo la morte dell’ultimo Carafa feudatario. Gravemente danneggiato dai terremoti del 1638 e del 1659 e ancor di più da quello del 1783, il convento è stato solo in parte ricostruito, e di quello originale restano oggi imponenti ruderi (nella foto: la facciata).