Vibo Valentia
Regione periferica di un regno periferico all’interno della vasta monarchia degli Asburgo di Spagna, la Calabria ricoprì un ruolo politico molto marginale durante l’età moderna. Schiacciata, come tutto il viceregno di Napoli, dalle esigenze finanziarie di Madrid legate alle costose imprese belliche, la regione fu soggetta a una costante e pesante pressione fiscale. Inoltre, l’ampio potere delle numerose famiglie aristocratiche si esprimeva spesso in modo violento e arbitrario nei confronti della popolazione. In Calabria erano infatti collocati i feudi di alcune fra le più importanti casate nobiliarie del viceregno, come i Sanseverino principi di Bisignano, i Ruffo duchi di Bagnara e principi di Scilla, i Carafa principi di Roccella, gli Spinelli duchi di Seminara e principi di Cariati o i Pignatelli duchi di Monteleone. Accanto a queste famiglie di antico lignaggio, crebbe durante l’età moderna il potere e l’influenza di famiglie di più recente nobilitazione, arricchitesi in breve tempo (fino ad acquistare terre e titoli nobiliari) e spesso provenienti da fuori regione, in particolare da Genova: ad esempio, i Grimaldi di Gerace, i Serra di Cassano, i Cigala di Tiriolo, i Saluzzo di Corigliano o i Ravaschieri di Satriano. Molte città, soprattutto nella prima metà del XVI secolo, vennero vendute al feudatario di turno per impinguare le casse statali: alcune riuscirono a ricomprarsi la propria libertà, altre si ribellarono apertamente, e spesso vanamente, per ottenere la reincorporazione nel regio demanio. Spesso protetti da potenti aristicratici, se non direttamente pagati da essi, i briganti costituivano un ulteriore motivo di preoccupazione per la popolazione e un altro dei mali cronici che tormentavano la Calabria. Mali che non scomparvero neanche a seguito dei passaggi dinastici che portarono il regno napoletano prima sotto la dominazione austriaca (1707-1734) e poi sotto la dinastia dei Borbone.
Vibo Valentia, l’antica Monteleone, perse la demanialità agli inizi del XVI secolo e venne acquistata da Ettore Pignatelli, luogotenente della Camera della SommariaLa Regia Camera della Sommaria venne istituita nel 1444 da Alfonso V d’Aragona il Magnanimo (1394-1458). Essa era l’organo incaricato, nel regno di Napoli, di svolgere le funzioni di revisore dei conti e di giudice di primo grado, nelle cause concernenti il fisco, e di secondo grado per le sentenze emesse in materia tributaria dai tribunali delle dogane di Foggia e d’Abruzzo. Venne sostituita dalla Regia Corte dei Conti nel 1807., rimanendo sotto il controllo della sua famiglia, con l’annesso titolo ducale, fino alla soppressione del regime feudale. Centro di produzione agricola e serica, Monteleone si arricchì nel XVII secolo di molti edifici, tra cui i conventi di Gesuiti, Carmelitani e altri Ordini religiosi. La Collegiata di San Leoluca, il Duomo della città (foto), venne costruito tra il 1680 e il 1723 laddove sorgeva una chiesa medievale crollata durante il terremoto del 1638.