Pescocostanzo
Pescocostanzo, altro membro del club dei borghi più belli d’Italia, può essere considerato come il principale centro del barocco in Abruzzo. Infatti, al suo interno è perfettamente conservato un ricco patrimonio di monumenti di epoca rinascimentale e barocca, inseriti in un assetto urbanistico rimasto pressochè immutato nel corso dei secoli. A Pescocostanzo, tra XV e XVIII secolo, operarono numerose maestranze lombarde, attirate dai ricchi esponenti della società locale. Tra i grandi artisti che vi lavorarono, seppur per un breve periodo, figura anche l’architetto Cosimo Fanzago, la cui impronta è evidente nella Chiesa di Gesù e Maria. Palazzo Fanzago (foto) venne da lui progettato e costruito negli anni Venti del XVII secolo e utilizzato come convento di clausura per le religiose di Santa Scolastica. La peculiarità della facciata sta nelle sei grandi nicchie in pietra, sormontate da timpani alternativamente interi e spezzati, che sostituiscono le finestre, vietate dalla clausura.
Tuttavia, il maggior simbolo del fiorente passato di Pescocostanzo è la Basilica di Santa Maria del Colle. L’interno, diviso in cinque navate, è ricco di decorazioni in marmo, pietra e ferro e di pregevoli manufatti lignei. Spiccano soprattutto i soffitti a cassettoni, anch’essi in legno, in cui sono incastonate alcune pregevoli tele. Tra di esse, spicca la Sacra Famiglia di Francesco Peresi, datata 1708 e per questo da ritenersi come prima opera a noi pervenuta dell’artista napoletano. La Madonna dell’incendio sedato è invece il frutto del genio artistico di Tanzio da VaralloAntonio d’Enrico, detto Tanzio da Varallo (1575 ca. – 1633) è stato un pittore tra i più rappresentativi dell’arte controriformistica. Durante l’apprendistato romano ebbe modo di conoscere ed apprezzare l’arte di Caravaggio. Prima di rientrare in Valsesia, passò quindici anni lontano dalla terra natale: a Roma, poi a Napoli e anche in Abruzzo. A questo periodo risalgono la pala con la Circoncisione che si trova a Fara San Martino, la Madonna dell’incendio sedato a Pescocostanzo e la Madonna con Bambino nella sacrestia della Parrocchiale di Colledimezzo., pittore attivo nella prima metà del Seicento e che certamente soggiornò, per un periodo abbastanza lungo, in Abruzzo. La sua presenza è rimasta, attraverso le sue tele, in altri luoghi di culto della regione, come nelle parrocchiali di Fara San MartinoFara San Martino è un comune di circa 1.500 abitanti situato nell’attuale provincia di Chieti. Il territorio fu colonizzato dai monaci benedettini nel IX-X secolo, diventando poi feudo della famiglia Valignani in età moderna. Le principali testimonianze del suo passato sono rappresentate dai frammenti architettonici e scultorei del portale duecentesco, dagli affreschi trecenteschi dell’abbazia di San Martino e da una tela di Tanzio da Varallo, conservata nella chiesa parrocchiale. e di ColledimezzoCentro abitato di piccole dimensioni situato nell’attuale provincia di Chieti, Colledimezzo venne fondata attorno al X secolo. In età moderna era parte della contea di Monteodorisio, feudo della famiglia d’Avalos. La chiesa di San Giovanni Evangelista e Apostolo è la principale del paese. Dotata di una struttura ad unica navata, essa è decorata da affreschi e dipinti, tra cui spicca la Madonna con Bambino di Tanzio da Varallo..