Cordoba
Capitale del regno mussulmano di Al-Andalus, Cordoba rappresenta la città simbolo del periodo arabo e della sua arte. La grande moschea della città era seconda per grandezza solo alla moschea della Mecca. Nel XIII secolo, dopo la conquista cristiana della città, essa venne gradualmente convertita in una cattedrale cristiana, sede vescovile. Nel 1523, durante il regno di Carlo V, si cominciò la costruzione di una basilica rinascimentale all’interno dell’antico edificio mussulmano. Logica conseguenza fu il danno apportato all’armonia dell’insieme, da cui sarebbe nata la celebre frase, attribuita a Carlo V e rivolta ai costruttori della basilica rinascimentale, habéis destruido lo que era único en el mundo, y habéis puesto en su lugar lo que se puede ver en todas partes. L’arte e il gusto arabo continuano a dominare, soprattutto nel suo ingresso principale, caratterizzato da una spettacolare infinità di colonne, circa 850, di marmo e granito che formano una serie di archi di pietra bianca e rossa (foto). Nella fusione e sovrapposizione di vari stili architettonici, non manca il barocco, distruibuito in modo non uniforme in vari elementi: nella torre, che conserva al suo interno il minareto dell’antica moschea; nelle volte della basilica cinquecentesca; nella Sillería del Coro, opera del primo settecento, in legno di mogano, di Pedro Duque y CornejoPedro Duque y Cornejo (1677-1757) fu uno scultore e pittore della scuola sivigliana, discepolo di Pedro Roldán. Nato proprio a Siviglia, fu attivo nella città natale, ma anche a Granada e a Cordoba, dove morì. Interprete di un barocco spesso debordante, fortemente influenzato da Bernini, realizzò la sua opera più celebre per la cattedrale dell’antica capitale mussulmana, costruendo la magnifica sillería del coro.; in alcune decorazioni che adornano le meraviglie del Tesoro de la Catedral nella Capilla del Cardenal. Tra queste ultime, spicca la monumentale custodia del Corpus Christi di Enrique de Arfe, realizzata in oro ed argento e pesante circa duecento chili: essa viene trasportata per le vie della città il giorno del Corpus Domini. Da ricordare infine, all’interno del Tesoro de la Catedral, il crocifisso in avorio donato alla cattedrale dal vescovo Diego de MardonesDiego de Mardones fu il secondo confessore di Filippo III. Subentrò a Gaspar de Córdoba, deceduto nel giugno 1604. Domenicano, ex confessore personale del duca di Lerma, prese parte attiva al governo della Monarchia, operando in varie juntas. Schieratosi contro il suo stesso protettore nelle lotte di corte, venne destituito dall’incarico e nominato vescovo di Cordoba nel novembre 1606. Morì nella sua diocesi, il 2 settembre 1624., ex confessore del re Filippo III, nel 1620.