Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno
Una delle famiglie più importanti nella storia del ducato di Milano in età barocca fu senz’altro la famiglia AreseLa famiglia Arese è una delle più importanti famiglie della storia di Milano. Originari dell’omonimo borgo alle porte della città, iniziarono la loro scalata economico-sociale già sotto i Visconti e gli Sforza, ma raggiunsero il culmine del potere nel XVI e nel XVII secolo, quando furono capaci di costruire un forte legame con i rappresentanti del potere spagnolo nel ducato. Gran parte degli Arese furono “nobili togati”, ben inseriti nell’amministrazione statale e nella giustizia.. Al conte Bartolomeo III AresePrimogenito di Giulio I, il conte Bartolomeo III Arese (1610-1674) portò a compimento, a partire dal 1654, il palazzo di Cesano Maderno iniziato dal padre. Come quest’ultimo, Bartolomeo III fu eletto, nel 1660, Presidente del Senato, la più alta carica amministrativa cui un nativo del ducato poteva aspirare. Reggente onorario del Consiglio d’Italia, fu abile politico e grande uomo di cultura. Grazie al matrimonio con Lucrezia Omodei, si legò ad una delle più ricche famiglie di Milano., potente benefattore e mecenate nonché protagonista di primo piano della politica e dell’amministrazione milanese, si deve la costruzione, terminata tra il 1660 e il 1670, del Palazzo Arese Borromeo di Cesano MadernoÈ un comune dell’attuale provincia di Monza e della Brianza. In età moderna era feudo degli Arese e poi dei Borromeo Arese.. Anche se il progetto era stato avviato decenni prima dal padre, Giulio AreseGiulio I Arese (1575-1627) era figlio di Marco Antonio e padre di Bartolomeo III. Nel 1619 divenne presidente del Senato di Milano e acquistò il titolo di conte di Castel Lambro. Avviò il progetto di costruzione del palazzo di famiglia a Cesano Maderno., Bartolomeo III modellò secondo il suo gusto la struttura, rendendola un magnifico esempio di villa di campagna e dotandola anche di uno splendido giardino all’italiana.
Il palazzo è in stile tardo-barocco lombardoStile pittorico e architettonico, conosciuto anche come “Barocchetto lombardo”, vicino al rococò e fiorito in Lombardia tra la fine del Seicento e la prima metà del secolo successivo., di forma quadrangolare, semplice ed elegante. Al centro vi è un cortile interno, con una loggiaElemento architettonico, parte di edificio aperto, sostenuta da colonne e pilastri e generalmente munita di balaustra. Può essere percorribile o avere mera funzione decorativa. sul lato opposto all’ingresso. La facciata principale (foto 1) è sobria, il portale centrale è compreso tra lesene doriche e sormontato da un balcone settecentesco in ferro battuto. Davanti a questa facciata c’è la Piazza ad esedraSpazio architettonico semicircolare e scoperto, spesso delimitato da portici o colonne., in passato teatro di feste, spettacoli e rappresentazioni, alla quale si accede percorrendo un lungo viale rettilineo, ora Corso Libertà. Elementi caratteristici della struttura sono la Cappella, situata nell’ala nord, e la Torre esagonale (eretta sui resti di una torre d’età medievale) nell’ala sud.
La facciata orientale del palazzo è sicuramente la più famosa e la più caratteristica dell’intera struttura. Le nicchie che ospitano i busti dei Cesari e le decorazioni attorno a porte e finestre contraddistinguono questa facciata. A dominarla è comunque la già citata loggia a tre doppie campate, che da un lato si affaccia sul cortile interno e dall’altro sul magnifico giardino all’italiana. Caratteristica è anche l’evidente inclinazione su un lato dell’intera struttura, peraltro tutt’altro che rara nei palazzi dell’epoca.
L’interno del Palazzo è diviso in quartieri. Se il piano terra era riservato ai locali di servizio, nei restanti settori trovavano spazio i saloni di ricevimento e di rappresentanza, gli ambienti destinati allo studio e alla biblioteca, le stanze della servitù, nonché naturalmente gli appartamenti privati del conte Arese e della sua famiglia. Ricco di una notevole collezione artistica e libraria, il Palazzo conserva affreschi di vari esponenti del classicismo milanese, in cui spiccano le cosiddette Boscherecce, immagini di ambienti naturali, selvaggi, spesso di carattere mitologico. Nel Salone d’Onore, o Salone dei Fasti Romani, la ricca decorazione ritrae un pubblico di varie estrazioni sociali (dame e signori, ma anche camerieri e mendicanti) che da una balaustra, anch’essa dipinta, osservava le feste e i banchetti organizzati nel salone. La parte più bassa delle pareti è invece abbellita con scene tratte dalla storia di Roma e con immagini di statue di re e imperatori.