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Alcuni esempi famosi di presepi napoletani nel sud Italia

Presepe reggia 2Uno degli esempi più celebri di presepe napoletano è quello conservato e visibile al pubblico tutti i Natali nella reggia di Caserta. Sotto la dinastia dei Borbone, e in particolare durante il regno di Carlo III, il presepe conobbe grande notorietà a corte e al suo allestimento lavoravano non solo artisti appositamente interpellati per l’occasione, ma anche vari membri della stessa corte. Altro sovrano con una grande passione per il presepe fu Francesco IFrancesco I di Borbone (1777-1830) fu Re delle Due Sicilie per soli cinque anni, dal 1825 fino alla morte. Era il secondo figlio di Ferdinando IV e di Maria Carolina d’Austria., mentre suo figlio Ferdinando IIFerdinando II di Borbone (1810-1859), figlio di Francesco I, fu re delle Due Sicilie dal 1830 sino alla morte nel 1859. Il suo regno conobbe un’importante serie di riforme burocratiche ed economiche, oltre alla realizzazione di numerose e importanti infrastrutture. Dovette fronteggiare i moti popolari del 1848, risanò le finanze del regno ma fu anche criticato per il suo governo di stampo assolutista. Gli succedette il figlio Francesco II, ultimo re delle Due Sicilie prima dell’Unità d’Italia. fu l’ultimo dei Borbone ad allestire il presepe nella “Sala della Racchetta”: quest’ultimo presepe borbonico fu raffigurato da Salvatore FergolaSalvatore Fergola (1799-1874) fu un pittore italiano. Nacque e morì a Napoli, dove si impose come importante interprete del vedutismo. Fu pittore di corte presso i Borbone, autorevole esponente della cosiddetta “Scuola di Posillipo” e lavorò alle decorazioni del Palazzo Reale di Napoli. sulle pareti della nuova sala del presepe. L’attuale presepe, recentemente restaurato dopo che la maggior parte dei pastori era stata trafugata, si trova infatti in una sala ellittica all’interno della sezione della reggia detta “Appartamento Vecchio”. Dipinta di bianco e priva di decorazioni, la sala era teatro di eventi, feste e divertimenti per la corte. Come detto, alla realizzazione del presepe contribuivano grandi artisti napoletani, tra i quali spiccava il napoletano Giuseppe SanmartinoGiuseppe Sanmartino (1720-1793) fu un importante scultore italiano, esponente di spicco della scena artistica napoletana del Settecento. La sua opera più celebre è senz’altro il marmoreo Cristo velato realizzato per la cappella dei principi di Sangro di Sansevero a Napoli, la Cappella Sansevero. Ma nella sua lunga carriera, Sanmartino fu autore di altre grandi opere, come la decorazione della chiesa dell’Annunziata o l’altare della Chiesa della Nunziatella. Fu anche creatore di figure di presepi., principale esponente della scultura partenopea settecentesca. Egli, come gli altri artisti che si alternarono nell’allestire il presepe della corte, realizzavano in terracotta le figure più importanti, mentre per gli altri personaggi usavano la terracotta solo per la testa e gli arti, il resto in fil di ferro e stoppa. Il presepe era collocato, secondo uno schema classico e rigido, su uno “scoglio” di sughero, diviso nelle scene canoniche della Natività, l’Annuncio ai Pastori e l’Osteria. Oltre agli artisti, anche le principesse e le dame della corte contribuivano arricchendo le singole figure con gioielli, stoffe e sontuosi abiti.

Presepe reggiaAltrettanto famoso è il presepe conservato nella Cappella palatina del Palazzo Reale di Napoli, frutto della raccolta di varie collezioni allestita nel corso del tempo dal Banco di Napoli al fine di presentare un modello esemplare di presepe napoletano settecentesco. Le 210 figure e i 144 accessori provengono infatti da presepi smontati e in larga parte venduti o dispersi agli inizi dell’Ottocento. Molti dei componenti del presepe del Banco di Napoli vennero realizzati nel Settecento da grandi artisti quali Sanmartino, Angelo VivaAngelo Viva (1748-1837) fu uno scultore napoletano, allievo di Giuseppe Sanmartino., Lorenzo Mosca, Salvatore FrancoAllievo e collaboratore di Sanmartino, Salvatore Franco fu uno scultore in marmo e stucco, nonché autore di figure in terracotta policroma per presepi. Nato a Napoli, fu attivo tra il 1770 e il 1815., Giuseppe Gori, Francesco e Camillo CelebranoFrancesco Celebrano (1729-1814) fu scultore, pittore al servizio di Ferdinando IV di Borbone, grande decoratore di porcellane e autore di una ricca produzione presepiale. Suo figlio Camillo, di cui non si conosce la data di nascita ma che fu attivo tra il 1780 e il 1828, fu formato dal padre e ne continuò l’attività soprattutto nella costruzione e decorazione di presepi. e Matteo BottiglieroMatteo Bottigliero, o Bottiglieri (1684-1757) fu un importante artista del Settecento napoletano, scultore e pittore. Come altri artisti suoi contemporanei, si fece conoscere anche per la sua ricca produzione presepiale.. La scenografia è quella tipica del presepe napoletano, con la Sacra Famiglia posta sul classico scoglio di fronte ai resti di un tempio pagano, la Taverna e il ricco insieme di personaggi presi dai racconti biblici (come i Re Magi) o dalla tradizione popolare napoletana (come gli zampognari, i mercanti, il panettiere o il maniscalco).

Presepe CucinielloInfine, di grande valore storico e artistico è anche il presepe allestito nel dicembre 1879 grazie alle figure donate da Michele CucinielloMichele Cuciniello (1823-1889) fu un drammaturgo napoletano. Grande collezionista di pastori ed oggetti del presepe napoletano, nel 1879 donò la sua raccolta al museo di San Martino di Napoli, dove ancora oggi è conservato il presepe che porta il suo nome., dal quale prende il nome, e visibile in mostra permanente presso il Museo Nazionale di San Martino (immagine 3). Personaggi, animali e accessori risalgono al periodo tra la seconda metà del XVIII e la prima metà del XIX secolo e sono disposti nelle varie scene secondo il progetto dello stesso Cuciniello e di altri personaggi della scena culturale napoletana otto-novecentesca. Anche in questo caso, sono evidenti elementi tipici del presepe napoletano, come la presenza di ruderi di antichi templi pagani (a simboleggiare la vittoria del cristianesimo sul mondo pagano) e di una serie di personaggi che rappresentano la vita quotidiana nella Napoli della seconda età moderna.

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