Juan Bautista Maíno, caravaggista spagnolo
L’introduzione del caravaggismo in Spagna si deve sia all’approdo di artisti italiani, sia al rientro di artisti spagnoli che avevano operato a Roma, senza dimenticare la capillare diffusione di copie tratte dalle opere del Caravaggio. Nel primo Seicento si recò a Madrid il pittore romano Orazio Borgianni, che una volta rientrato in Italia mantenne salde relazioni con i suoi committenti spagnoli inviando opere come le tele per il convento di Portacoeli di Valladolid. Nella cattedrale di Toledo dal 1613 vennero esposti tre dipinti del veneziano Carlo Saraceni, che in seguito furono rimaneggiati da Vicente Carducho e Eugenio Cajés, per essere inseriti nella decorazione della cappella della Vergine. Anche Bartolomeo Cavarozzi tra il 1617 e il 1618 si recò a Madrid al seguito di Giovanni Battista Crescenzi. L’artista italospagnolo Juan Bautista Maíno, o Mayno (1578-1649), nato a Pastrana da padre milanese e madre spagnola, fu influenzato da questo clima di rinnovamento. Dopo aver studiato alcuni anni in Italia ed essere rimasto affascinato dal caravaggismo “in chiaro” di Orazio Gentileschi e Carlo Saraceni, ma anche dal classicismo misurato di Annibale Carracci e Guido Reni, che conobbe personalmente, rientrò in Spagna nel 1611 ed eseguì il retablo delle Quattro Pasque nel convento di San Pedro Martire a Toledo (oggi Museo del Prado e Museu Víctor Balaguer di Vilanova i la Geltrú). L’opera è il manifesto del suo stile in equilibrio tra naturalismo e classicismo, con personaggi tratti dal quotidiano, una forte luce diretta, tonalità chiare e un’acuta sensibilità per i particolari, come si vede anche nella raffinata Adorazione dei Pastori (Madrid, Museo del Prado) e nei paesaggi costruiti in maniera classica, come quello alle spalle del San Giovanni Battista (Madrid, Museo del Prado), ispirati a esempi di scuola bolognese per la resa atmosferica e la gamma cromatica schiarita. Maíno prese i voti nell’Ordine domenicano ma continuò a svolgere l’attività di pittore, finchè divenne consigliere artistico e insegnante di disegno di Filippo IV. Nel 1627 faceva parte della giuria che assegnò a Velázquez il primo posto nel concorso per il quadro con la Cacciata dei mori: i due pittori furono sempre in ottimi rapporti tanto che Maíno propose Velázquez per la nomina a usciere del re. Tra le imprese più significative dell’artista italospagnolo va ricordata la decorazione del Salone dei Regni al Buen ritiro (1634), condotta insieme a Carducho, Cajés, Zurbarán e Velázquez. Per il Salone egli realizzò la moderna e sontuosa Riconquista di Bahia (Madrid, Museo del Prado, immagine), parte di una serie raffigurante battaglie. Si trattava di un tema di grande attualità per la Corona, cioè la riconquista di Salvador di Bahia in Brasile da parte delle truppe ispanoportoghesi contro gli Olandesi, avvenuta nel maggio del 1625. Dello stesso ciclo faceva parte anche la celebre Resa di Breda (Madrid, Museo del Prado) dell’amico e collega Velázquez.