Ignazio di Loyola e la sua eredità nell’Hospital de Antezana
Attratto dalla nuova idea di educazione offerta dall’Università fondata da Cisneros, Ignazio di Loyola (foto) si trasferì ad Alcalá de Henares, dove studiò per diventare sacerdote tra il 1526 e il 1527. I pochi anni di permanenza nella città castigliana lasciarono comunque il segno nella spiritualità che, anni dopo, Ignazio volle trasmettere alla Compagnia di Gesù. Ad Alcalá conobbe alcuni dei cofondatori della Compagnia, ossia Alfonso SalmerónAlfonso Salmerón (1515-1585) nacque a Toledo da famiglia di umili origini. Dopo aver frequentato l’università di Alcalá de Henares, si trasferì a Parigi per concludere gli studi. Tra i primissimi membri della Compagnia di Gesù, anche Salmerón si trasferì in seguito a Roma e prese parte al Concilio di Trento (1545-1563). Insegnante di teologia a Ingolstadt, non ricoprì mai posizioni di rilievo nel governo dell’Ordine., Nicolás de BobadillaNativo di Valencia, Nicolás de Bobadilla (1509-1590) si formò ad Alcalá de Henares, trasferendosi poi a Parigi per completare la sua formazione. Assieme a Ignazio di Loyola (1491-1556) e ai suoi primi compagni fu tra i primi membri della Compagnia di Gesù. Svolse incarichi diplomatici in Germania per conto di papa Paolo III (1468-1549), entrando però in contrasto con l’imperatore Carlo V (1500-1558) per la sua opposizione alla pace di Augusta (1555). e Jerónimo NadalGesuita originario di Palma de Maiorca (1507-1580) lavorò a stretto contatto con Ignazio di Loyola nei primi anni di vita della Compagnia di Gesù. Dopo aver studiato ad Alcalá de Henares e a Parigi, entrò nel nuovo Ordine del 1545, diventanto in breve uomo di fiducia del fondatore. Fu rettore del primo collegio dei Gesuiti a Messina ed ebbe un ruolo fondamentale nella definizione delle Costituzioni della Compagnia e della Ratio Studiorum. Partecipò anche al Concilio di Trento.. Insieme cominciarono a distinguersi nel chiedere l’elemosina per le strade, nel camminare scalzi e nel vestire un semplice abito (sayal), da cui derivava il termine ensayalados con il quale erano conosciuti ad Alcalá. La vita di povertà portò i primi Gesuiti a prestare assistenza negli ospedali ai più bisognosi. Ignazio, in particolare, soggiornò nell’Hospital de Antezana, dove gli venivano garantiti cibo, bevande e candele in cambio del servizio prestato ai malati ricoverati nell’Hospital. L’edificio, fondato nel 1483 in seguito al testamento di don Luis de Antezana, regidor della villa di Guadalajara, e della consorte Isabel de Guzmán, proveniente dal prestigioso casato nobiliare dei Medina Sidonia, può essere ancora oggi visitato. Al momento della fondazione, l’intento era stato quello di trasferire l’antico Hospital de San Julián, la cui sede originaria era ormai rovinata dal passare del tempo, presso alcune case di proprietà di Antezana nella Calle Mayor di Alcalá de Henares, dove ancora oggi rimane attivo come ospedale gratuito, uno dei più antichi d’Europa a fornire i suoi servizi senza scopo di lucro.
La facciata dell’Hospital è sobria e mantiene una struttura simile a quella dei tempi di Ignazio. Il cortile interno (foto) è pre-rinascimentale, formato da due ordini di galleria che conservano mensole e appoggi in legno. Qui Ignazio si dedicò alla predicazione ed iniziò a dare ai poveri i suoi Esercizi Spirituali, che in seguito avrebbero segnato la storia della spiritualità spagnola. Proprio a causa della sua attività all’interno del cortile dell’Hospital, Ignazio fu catturato dall’Inquisizione con l’accusa di ricevere troppe visite da parte di donne aristocratiche, e tale evento lo convinse che fosse conveniente allontanarsi dalla città dell’Henares. Nella galleria superiore dell’Hospital de Antezana si conserva ancora oggi la cucina usata da Ignazio, mentre la stanza nella quale dormiva venne trasformata in cappella barocca, su richiesta della Compagnia di Gesù, nel 1658. Oggi tale cappella si trova ai piedi della chiesa dell’Hospital, di fronte alla porta di entrata, e al suo interno, al di là di un’inferriata del XVII secolo, si può ammirare un retablo con una raffigurazione di Sant’Ignazio che impugna, con la mano destra, l’emblema della Compagnia (IHS), mentre con la sinistra tiene un libro grande, sostenuto da due angeli, che reca la scritta Ad majorem gloriam Regulae Societatis Jesu. Lo Spirito Santo, nella parte superiore dell’immagine, avvolge Sant’Ignazio. Oltre a questa tela, dipinta da Diego González de la VegaIl licenciado Diego González (1622/1628 – 1697) nacque a Madrid. Fu uno dei pittori più notevoli del Barocco spagnolo, discepolo di Francisco Rizi, anch’egli autore di alcuni tra i migliori quadri realizzati per la Compagnia. Spicca nella sua tecnica pittorica la maestria nell’uso del colore per i temi religiosi. Nel 1655 dipinse per il Colegio Imperial dei Gesuiti a Madrid un quadro con i Mártires del Japón, situato nella cappella di San Francesco Saverio. nel 1669, è altrettanto importante sottolineare la collezione di pitture barocche, collegate alla Compagnia, conservate nell’interno della chiesa dell’Hospital. La più imponente tra di esse è un’enorme tela dipinta da Pedro de ValpuestaEra un pittore originario di Burgo de Osma (1614-1668), che concluse la sua vita da sacerdote. Fu un artista molto apprezzato nella corte di Filippo IV. Come il suo maestro Eugenio Cajés, Valpuesta allunga le estremità delle sue figure, disegnando posture insolite e artificiali. Tra le sue poche opere giunte fino a noi, spicca la tela di Sant’Ignazio di Loyola, una delle più rappresentative del suo lavoro. nel 1658, che raffigura la vita di Sant’Ignazio attraverso varie scene. Nell’immagine, che occupa l’intero muro posteriore della chiesa, compare il santo, a grandezza naturale, che di nuovo sorregge con la mano destra una custodia con l’emblema della Compagnia (IHS) e con la sinistra un libro recante l’iscrizione ¿Cuántas partes tiene la doctrina cristiana?. Nella parte superiore del quadro, a sinistra, una piccola scena raffigura Ignazio mentre si occupa dei malati, mentre al di sotto di essa appare il santo che prega davanti alla Vergine. Nella parte superiore di destra del quadro si scorge invece Ignazio che scaccia i demoni e i mostri, mentre più in basso il fondatore dell’Ordine, assieme ai suoi confratelli, insegna ai bambini.
Comunque, il legame tra l’Hospital de Antezana e i Gesuiti ha radici più profonde. Oltre ad essere stato testimone di importanti episodi della vita di Ignazio e a custodire una grande eredità artistica della Compagnia in epoca barocca, l’Hospital fu residenza, durante tutto il XVII secolo, di numerosi Gesuiti che decisero di abbandonare gli alloggi del Colegio Máximo della Compagnia (fondato anni dopo nella stessa Alcalá de Henares) dove studiavano, per seguire nell’Hospital l’esempio di povertà del loro fondatore. Fu il caso, tra gli altri, di Diego Luis de San VítoresNacque a Burgos nel 1627. Nella Compagnia di Gesù seguì la sua vocazione missionaria, incaricandosi di preparare l’evangelizzazione gesuita delle Isole Marianne. Convinse Filippo IV a patrocinare tale missione, ma soprattutto coinvolse la regina Mariana de Austria, in onore della quale diede il nome alle lontane Isole. A lui è attribuita anche la fondazione della prima chiesa cattolica nell’Isola di Guam, dove venne martirizzato, assieme ai suoi confratelli, dagli indigeni nel 1672., celebre missionario gesuita.