Il Palazzo del Senato e la Fontana dell’Elefante
Piazza del Duomo presenta altri due esempi della maestria di Vaccarini. Oltre alla chiesa della Badia di Sant’Agata, l’illustre architetto lavorò anche alla riedificazione del Palazzo del Senato, oggi sede del Comune di Catania e noto anche come Palazzo degli Elefanti. Vaccarini intervenne sull’iniziale progetto di Giovan Battista Longobardo, modificando il prospetto: sopra il piano terra in bugne diamantate fece erigere una facciata divisa da lesene piatte. A lui si devono inoltre i prospetti ovest, est e sud, mentre la facciata settentrionale venne realizzata nella seconda metà del XVIII secolo da Carmelo Battaglia SantangeloArchitetto catanese, Carmelo Battaglia Santangelo visse e lavorò quasi esclusivamente a Catania, specie durante la ricostruzione successiva al terremoto del 1693. Il suo lavoro più celebre è la facciata settentrionale del Palazzo degli Elefanti. Suo zio era Francesco Battaglia, altro importante architetto catanese..
Vaccarini è inoltre l’autore di un altro monumento simbolo della città di Catania. La Fontana dell’Elefante venne realizzata tra il 1735 e il 1737 ed è ubicata al centro di Piazza Duomo. L’elefante, simbolo della città da tempi antichissimi, probabilmente dal periodo di dominazione cartaginese, venne raffigurato in una statua, in pietra lavica, attestata all’interno delle mura della città sin dal XII secolo. Tale statua, le cui zampe posteriori e la proboscide erano andate distrutte durante il terremoto del 1693, venne restaurata e posta dal Vaccarini sopra un piedistallo di marmo bianco. Da questo fuoriescono i getti d’acqua che cadono nella vasca, anch’essa di marmo, in cui è situato lo stesso piedistallo. Sopra la statua dell’elefante, cui Vaccarini aggiunse gli occhi e le zanne in pietra calcarea, c’è una gualdrappa di marmo su cui sono incisi gli stemmi di Sant’Agata. Sulla schiena dell’elefante, che è rivolto con la proboscide verso la cattedrale di Sant’Agata, è posizionato un obelisco di granito alto 3,66 metri: probabilmente portato a Catania durante le crociate, proveniente da Syene, presenta figure di stile egizio che tuttavia non danno vita ad una scrittura geroglifica di senso compiuto. In cima all’obelisco fu in seguito montato un globo, coronato da una foglia di palma, simbolo del martirio, e da un ramo di gigli, simbolo della purezza. Sopra il globo, una tavola di metallo reca l’iscrizione dedicata a Sant’Agata con il già incontrato acronimo MSSHDPL, ed è a sua volta sormontata da una croce.