Tommaso Aniello detto Masaniello
Nato il 20 giugno 1620 a Napoli, Tommaso Aniello visse nel popolare quartiere Mercato, facendo il garzone di pescivendolo. Il contrabbando cui frequentemente si dedicava per sfuggire all’attenzione dei gabellieri gli procurò frequenti viaggi in carcere. Prima dello scoppio della rivolta, il 7 luglio 1647, Aniello entrò in contatto con Giulio Genoino, già protagonista dei tumulti del 1620, nella fase finale del governo del duca di Osuna. Sotto la guida attenta di Genoino, il giovane pescivendolo divenne guida e figura simbolo della rivolta. Punto più alto del suo potere fu il giuramento, imposto al vicerè, dei capitoli elaborati da Genoino, che riassumevano le richieste popolari e in particolare l’abolizione delle gabelle e la parità di voti tra la “Piazza” del popolo e le “Piazze” nobiliari nel governo della città. Divenuto ormai incontrollabile per lo stesso Genoino e per nulla disposto a cedere il comando militare della città, Aniello fu ucciso su ordine dei suoi stessi compagni di lotta la mattina del 16 luglio. Il suo corpo venne smembrato e portato in processione per le vie della capitale.
Per saperne di più:
-
M. Schipa, Masaniello, Bari 1925.
-
S. D’Alessio, Masaniello. La sua vita e il mito in Europa, Roma 2007.
- F. Benigno, Mirrors of Revolution. Conflict and Political Identity in Early Modern Europe, Turnhout 2010.