Le chiese di Napoli e alcuni simboli della città
Tra gli edifici religiosi, sono molte le chiese barocche napoletane costruite da Fanzago o da lui ristrutturate e ammodernate. Ad esempio, la chiesa di San Giorgio Maggiore venne in parte ricostruita dall’architetto originario di Clusone in seguito ad un incendio che, nel 1640, aveva danneggiato la struttura. Allo stesso modo, la Basilica di Santa Maria Egiziaca a Pizzofalcone e le chiese di San Giuseppe a Pontecorvo e di Santa Maria degli Angeli alle Croci subirono lavori di restauro e di ammodernamento diretti, interamente o solo per determinati lassi di tempo, da Cosimo Fanzago. La chiesa di Santa Teresa a Chiaia (foto) fu invece interamente costruita su progetto di Fanzago, e resta una delle più belle testimonianze barocche di Napoli nonostante il terremoto che, nel 1688, provocò ingenti danni. In molte altre chiese, l’artista ha lasciato il proprio segno attraverso la realizzazione di cappelle, altari e varie opere scultoree: ne è un esempio la già citata chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, dove è possibile ammirare il suo busto di Girolamo Flerio e soprattutto l’altare maggiore.
Oltre che nella costruzione di palazzi e edifici religiosi, Fanzago ha cambiato il volto di Napoli attraverso altre opere simbolo della città. La guglia di San Gennaro venne eretta nel 1636 come ringraziamento per la protezione del santo sulla popolazione durante l’eruzione del Vesuvio del 1631Dopo un periodo di inattività durato oltre 100 anni, il Vesuvio cominciò a eruttare all’alba del 16 dicembre 1631. Non erano mancati eventi premonitori nei giorni precedenti, come movimenti sismici e rigonfiamento del suolo, ma l’eruzione fu comunque terribilmente distruttiva. Dopo 17 giorni di attività vulcanica, si contarono oltre 4.000 vittime e più di 40.000 sfollati. Centri abitati come Portici, Torre Annunziata, Torre del Greco e Somma Vesuviana furono semidistrutti.. Tuttavia, a causa di numerosi contrattempi, l’opera venne conclusa solo nel 1660. La fontana del Sebeto, invece, venne progettata da Cosimo Fanzago, ma poi effettivamente costruita dal figlio CarloFiglio e allievo di Cosimo Fanzago, Carlo (1618-1678) non riuscì mai ad uscire dall’ombra della grande personalità del padre. Lo assistette infatti nella realizzazione di alcune opere, come la fontana del Sebeto, e nel lavoro in vari cantieri, come quello della certosa di San Martino. L’opera più celebre di Carlo Fanzago è il Cristo morto nel paliotto dell’altare maggiore della chiesa di S. Maria degli Angeli alle Croci (1639-1644). Lavorò anche in Spagna, dove probabilmente concluse la sua vita.. Originariamente situata in via Gusmana (oggi via Cesario Console), la fontana venne trasferita nel 1939 nella sua attuale collocazione, in largo Sermoneta.