Napoli e le opere giovanili
Cosimo Fanzago (foto) nacque nel 1591 a Clusone, nel bergamasco, discendente da una famiglia che vantava una lunga tradizione nel campo della scultura in bronzo. Trasferitosi a Napoli già nel 1608, egli si impose nella capitale del viceregno spagnolo come uno dei principali artisti del suo tempo, contribuendo a forgiare il volto barocco della città. Nei primi anni di attività, Fanzago lavorò in società con il fiorentino Angelo Landi, padre di sua moglie Felicia, occupandosi principalmente di arredi liturgici e sculture. Le sue prime opere scultoree mostrano tuttavia uno stile non ancora autonomo, influenzato dal manierismo toscano predominante nella produzione scultorea napoletana di primo Seicento. Tra di esse si possono ricordare gli Stemmi del conte di Lemos (1615-1616) per il palazzo degli Studi e oggi conservati nel Museo di San Martino, il busto di Michele Gentile (1616-1621) nella cattedrale di Barletta, il S. Ignazio del cimitero di Catanzaro (1616), la Memoria del cardinal O. Acquaviva d’Aragona (1617-19) nella sacrestia della chiesa del Pio Monte della pietà, e il mezzo busto e la statua di S. Ambrogio (1618), entrambi conservati nella cappella Borrello del Gesù Nuovo. Il busto di Girolamo Flerio, eseguito nel 1620 e oggi conservato nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli, denota già una maggiore autonomia ed evidenzia le notevoli doti di penetrazione psicologica dell’artista. Tra il 1619 e il 1624 Fanzago fornì inoltre il disegno d’insieme e i modelli delle statuette che decorano il ciborio in marmi policromi per la chiesa di S. Patrizia, oggi al Museo di Capodimonte.