La chiesa dei Santi Apostoli e la cappella Filomarino
Il luogo dove è testimoniata in modo più evidente la presenza di Ascanio Filomarino nella Napoli barocca è senz’altro la chiesa dei Santi Apostoli. Situata nell’omonimo largo, la chiesa è uno dei più sontuosi esempi di stile barocco nella città partenopea. Anche se tradizionalmente le sue origini sono individuate nell’alto Medioevo, le prime notizie certe della struttura si hanno nel XVI secolo, quando i padri Teatini si impegnarono in un’importante opera di ristrutturazione. I lavori vennero diretti, a partire dal 1611, da grandi architetti quali Francesco GrimaldiFrancesco Grimaldi (1543-1630) fu un architetto nativo della Lucania. Frate teatino, realizzò opere significative a Napoli, tra cui la chiesa dei Santi Apostoli, e lavorò anche alla Cappella del Tesoro in Duomo., Giovanni Giacomo di ConfortoGiovanni Giacomo Conforto o Di Conforto (1569-1630) fu un architetto che progettò alcune tra le chiese più famose di Napoli. Molte sue opere furono però portate a termine da altri artisti, su tutti Cosimo Fanzago. Di formazione tardomanierista, contribuì fortemente allo sviluppo del barocco napoletano. Tra i suoi lavori più importanti, le chiese di Santa Maria della Verità e di Santa Teresa degli Scalzi e il chiostro maggiore di Monteoliveto. Lavorò con il Fanzago nel cantiere della Certosa di San Martino. e Bartolomeo PicchiattiBartolomeo Picchiatti (1571-1643) è stato un importante architetto, che ha lasciato la sua impronta in molti angoli di Napoli. Originario di Ferrara, visse gran parte della sua vita e morì nella città partenopea. Tra i suoi allievi vi fu il figlio, Francesco Antonio.. L’edificio, più volte restaurato dopo vari danneggiamenti, presenta una facciata spoglia, rivestita di intonaco. La struttura è a croce latina, con navata unita coperta da volta a botte, quattro cappelle su ogni lato e abside di forma semicircolare. All’interno, spiccano gli affreschi di Giovanni LanfrancoNato nei pressi di Parma, Giovanni Lanfranco (1582-1647) lavorò a stretto contatto con i Carracci e con Guido Reni tra Roma e Parma, sviluppando un proprio personale punto d’incontro tra temi classicisti e idee barocche. Fondamentale fu il suo soggiorno a Napoli (1634-1646), dove lavorò in luoghi fondamentali come la Certosa di San Martino, la Chiesa del Gesù e la Cappella di San Gennaro nel Duomo, rappresentando un modello nel passaggio dal caravaggismo alla grande stagione barocca napoletana., tra cui il Martirio di San Giovanni Evangelista e i Profeti e Patriarchi, ma possiamo ricordare anche le opere di altri artisti quali Francesco SolimenaFrancesco Solimena, detto l’Abate Ciccio (1657-1747) è stato un pittore e architetto, fra i principali esponenti dell’arte tardo-barocca in Italia. Formatosi nella bottega paterna, mostrò inizialmente vicinanza ai modelli rappresentati da Luca Giordano e Mattia Preti. La sua adesione al gusto barocco si fece evidente dopo il 1680. La sua opera più celebre è probabilmente la Cacciata di Eliodoro dal Tempio (1725). Pur lavorando per le maggiori corti europee, raramente lasciò Napoli. Tra i suoi allievi ricordiamo Ferdinando Sanfelice e Domenico Antonio Vaccaro, Dionisio LazzariDionisio Lazzari (1617-1689) è stato un architetto e scultore barocco napoletano. Fu soprattutto un abile lavoratore e decoratore del marmo., Paolo De Matteis e Francesco De MuraIl napoletano Francesco de Mura (1696-1782) si formò nello studio di Francesco Solimena. L’influenza della scuola barocca napoletana dello stesso Solimena e di Luca Giordano è evidente nella sua ricca produzione pittorica, che avrebbe influenzato tutto il Settecento artistico napoletano.. La sacrestia, in pieno stile barocco, conserva il busto di Gennaro FilomarinoFerrante Filomarino, detto Gennaro (1591-1650), era uno dei fratelli del cardinale Ascanio. Chierico regolare teatino, fu nominato vescovo di Calvi nel 1642. Il busto che lo raffigura, opera di Giuliano Finelli, è conservato nella Chiesa dei Santi Apostoli di Napoli., opera di Giuliano FinelliCarrarese di nascita, Giuliano Finelli (?-1653) fu uno scultore attivo soprattutto tra Roma e Napoli. Collaborò con Gian Lorenzo Bernini. Tra il 1636 e il 1646 realizzò le statue bronzee dei Santi protettori nella Cappella del Tesoro di San Gennaro.. La cripta, risalente anch’essa al XVII secolo, fu affrescata da Belisario CorenzioBelisario Corenzio (1558-1646) è stato un pittore italiano. Di origine greca, ornò di affreschi e pale d’altare le maggiori chiese napoletane, ma lavorò anche a Cassino e a Salerno. Manierista influenzato dai pittori romani e veneti, non fece proprie invece le innovazioni introdotte nel regno di Napoli dai caravaggeschi. Morì tragicamente in seguito alla caduta da un ponteggio nella chiesa dei Santi Severino e Sossio, dove è sepolto. e conserva le spoglie del poeta Giambattista Marino.
Risale al 1647 l’inaugurazione e la consacrazione della Cappella Filomarino, commissionata dall’allora arcivescovo che desiderava esportare a Napoli l’arte e il gusto della corte romana di Urbano VIII. A conferma di ciò vi è il maestoso altare della Cappella, unica opera napoletana (anche se venne iniziata a Roma a partire dal 1638) di Francesco Borromini. A vari dettagli dell’opera lavorarono anche grandi scultori dell’epoca come François DuquesnoyNato a Bruxelles, François Duquesnoy (1597-1643) si formò in patria accanto al padre, trasferendosi poi a Roma nel 1618. Collaborò alla realizzazione del baldacchino del Bernini in San Pietro, e in breve si inserì, con posizione di prestigio, nell’ambiente classicista romano. Amico di Nicolas Poussin, divenne famoso per le grandi statue – risalenti agli anni Trenta – di Sant’Andrea in San Pietro e di Santa Susanna in Santa Maria di Loreto. Celebri anche le sue raffigurazioni di putti., Andrea BolgiOriginario di Carrara, Andrea Bolgi (1605-1656) si formò in Toscana, ma si trasferì ben presto a Roma. Entrò nella cerchia del Bernini, con il quale lavorò in San Pietro e la cui influenza è evidente anche nelle opere che avrebbe eseguito a Napoli, dopo il 1640. Scultore talentuoso, il vertice della sua maestria è rappresentato dai busti e dai ritratti., Gabriello BrunelliGabriello Brunelli (1615-1682) nacque a Bologna, ma visse per un periodo di tempo a Roma, dove fu allievo di Alessandro Algardi. Tornato in seguito a Bologna, lasciò molte testimonianze della sua maestria nella città natale ma lavorò anche altrove, ad esempio a Verona, Padova, Modena, Crema e Napoli., Giuliano Finelli e Giulio MencagliaGiulio Mencaglia (1615/20-1649) fu un artista nato a Carrara ma attivo soprattutto a Napoli nel periodo barocco.. Il mosaicista Giovan Battista Calandra fu un altro degli artisti scelti dall’arcivescovo per decorare l’altare.