Enrico II di Guisa
Enrico II di Guisa (1614-1664) era il secondogenito del duca Carlo I, e in quanto tale era stato destinato sin da bambino alla carriera ecclesiastica. Arcivescovo di Reims a soli quindici anni, ottenne la dispensa dai voti perché chiamato, dopo la morte del padre e del fratello maggiore, ad essere il nuovo duca di Guisa (1640). La sua vita rocambolesca lo portò a girare a lungo per l’Europa. Nella corte francese tramò contro il cardinale Richelieu, fuggendo poi nelle Fiandre per evitare la condanna a morte. Perdonato nel 1643 e recuperato il ducato, volle tentare di raccogliere l’eredità che la sua famiglia vantava già da tempo: quella dei sovrani angioini sul regno di Napoli. Dopo aver prestato giuramento in Duomo alla presenza del cardinal Filomarino, il ruolo del Guisa all’interno della Real Repubblica Napoletana fu tuttavia incerto, e le ambizioni del nobile francese andavano di certo al di là del semplice comando militare e del ruolo di protettore della Repubblica. Il ritorno degli Spagnoli in città, nella notte tra il 5 e il 6 aprile 1648, causò la fine dell’esperienza rivoluzionaria e il tentativo di fuga del Guisa. Catturato, il duca trascorse però in una dorata prigionia gli anni seguenti, tra Napoli e la Spagna. Una volta liberato, tentò una seconda volta, e ancora con scarsa fortuna, di conquistare il regno di Napoli. Chiuse i suoi giorni a Parigi, come Gran Ciambellano di Luigi XIV.
Per saperne di più:
- H. de Lorraine, duc de Guise, Les memoires de feu Monsieur le duc de Guise, Cologne 1669.