Le funzioni del tribunale inquisitoriale e la sua introduzione in Sicilia
L’Inquisizione è un elemento decisivo per la caratterizzazione dell’atmosfera barocca in Spagna e nell’Italia spagnola. Come è noto, il tribunale inquisitoriale è un’istituzione voluta alla fine del Trecento per perseguire i reati di eresia. Nel momento in cui, anche a causa di una gravissima crisi economica aggravata dalla presenza, per la prima volta dopo secoli, della peste, si diffondevano eresie pauperistiche, la Chiesa promuove un’azione di riconquista dei fedeli. L’Ordine dei Frati Predicatori, chiamati Domenicani dal nome del fondatore Domenico de Guzmán, da un lato diffonde i valori cristiani con una capillare predicazione in Europa, dall’altro giudica severamente i colpevoli di eresia – patari, catari, valdesi, fraticelli… – nelle sedute del tribunale fortemente voluto dai pontefici del tempo e posto sotto l’autorità dei vescovi. Nel corso di gran parte del Quattrocento il tribunale non opera più: vengono meno, infatti, i presupposti che diffondevano idee ritenute eretiche dalla Chiesa di Roma.
Con la bolla Exigit sincerae devotionis affectus, emessa il 1° novembre del 1478, Sisto IV concede a Isabella di Castiglia e a Ferdinando d’Aragona di introdurre nei territori di cui cingono le corone il tribunale permanente del Santo Ufficio della Suprema Inquisizione. I due sovrani, con una stringente azione militare, stanno riconquistando alla cristianità la Penisola iberica, fino a quel momento in mano musulmana. La concessione papale segna la nascita di uno dei pilastri essenziali all’esercizio della sovranità all’interno della frammentata monarchia sia per Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia che per i loro successori, che potranno contare anche su un’arma ideologica per cementare il composito edificio del quale sono a capo. In base a quanto statuito dal pontefice, spetta non ad autorità ecclesiastiche ma agli stessi monarchi la nomina e la destituzione dei funzionari del nuovo organo giudiziario, competente nelle questioni di ortodossia della fede cristiana. I sovrani nominano quindi il maggior esponente della nuova istituzione, l’Inquisitore generale, che deve rispondere solo a loro e dal quale dipendono gli inquisitori che operano nelle diverse province e che solo a lui sono tenuti a dar conto del proprio operato. Nasce così un’organizzazione di tipo verticistico, operante nei diversi domini spagnoli, che agisce indipendentemente dai vincoli che le possono opporre le altre istituzioni, poiché – tramite l’inquisitore generale – dipende direttamente dal sovrano.