Skip to content Skip to sidebar Skip to footer

Caratteristiche e funzioni delle Plazas de toros

Almadén

 

Parlando di Spagna, niente risulta più caratteristico che gli elementi che ne segnano il paesaggio urbano, topoi che si ripetono di città in città: la iglesia, la plaza mayor, la plaza de toros. In particolare, in questa sede ci concentreremo sulla genesi e il primo sviluppo dei luoghi che sono stati testimoni della moderna tauromachia, senza per questo voler entrare nel dibattito etico conseguente e fortemente sentito nella Penisola. Per uno storico tali spazi non smettono di essere tra le più importanti testimonianze di luoghi costruiti (o adattati) per ospitare pubblici spettacoli rinati proprio a partire dal  XVII secolo.

E’ fuori d’ogni dubbio che lo spettacolo taurino sia un lascito romano mutuato da un’ancestrale cultura mediterranea ma, contrariamente a quello che si possa credere, nella Penisola iberica non furono le regioni affacciate sul Mediterraneo a tramandare e a mantenere viva detta tradizione ludica, ma le regioni del centro-nord. Fu difatti nelle terre cristiane che si continuò a godere dello spettacolo taurino, spettacolo assente nella cultura musulmana del sud e dell’est. Gli spettacoli taurini, quindi, hanno segnato tutta la storia di queste terre, e man mano che la Reconquista avanzava verso le regioni meridionali, le armate cristiane portarono con sè la loro cultura e tradizioni. 

Per tutto il Medioevo e la prima parte dell’età moderna tali “spettacoli ludici” non erano codificati da regole specifiche, probabilmente per questo motivo non si trovano luoghi specificamente destinati a ciò, per lo meno fino al XVI-XVII secolo. È proprio in coincidenza con il periodo del Barocco che si inizieranno ad uniformare i differenti spettacoli taurini. Con la progressiva standardizzazione arriveranno anche a destinarsi luoghi specifici nel tessuto urbano dedicati alle corride, ma fino alla metà del XIX secolo ancora troviamo una forte varietà di spazi stabili per tali atti ludici. I più comuni sono le plazas provisionales, le plazas mayores e le plazas de toros propriamente dette. Poco si può dire delle piazze provvisorie, erano (e, a tutt’oggi, ancora lo sono) in legno, montate e smontate per le feste, nulla rimane delle più antiche se non documenti scritti sui luoghi dove venivamo allestite e per quali celebrazioni. Altro discorso si deve fare per le plazas mayores, la cui origine e diffusione risalgono ai regni cristiani. Dirette discendenti dei fori romani, esse erano il centro vitale dei commerci e delle istituzioni; infatti, come in altri luoghi del continente europeo, le plazas mayores svolgevano funzioni di mercato e di incontro per la cittadinanza, e spesso vi erano presenti i due poteri dell’epoca medievale e moderna: la Chiesa e l’Ayuntamento (o un palazzo nobiliare), ossia il potere ecclesiastico e quello politico-civile. Scrive il Covarrubias nel 1611 che tale spazio era: “…un lugar público ancho y espacioso dentro del poblado, donde se venden los mantenimientos y se tiene el trato común de los vecinos y comarcanos, y donde se celebran ferias, mercados y fiestas pubblicas” (S. Covarrubias Orozco, Tesoro de la lengua castellana o española, Luis Sánchez, Madrid 1611).

A partire dal XVI secolo, da Filippo II in poi, si iniziò a considerare la creazione di tali spazi in tutte le città di antica e nuova fondazione e a standardizzarne progressivamente le caratteristiche. Il modello prevedeva una pianta quadrata o rettangolare (vedremo in seguito che sono presenti eccezioni), con edifici balconati che la chiudevano su tutti i lati. Come centro nevralgico della vita cittadina le piazze furono protagoniste anche dei vari festeggiamenti per lo più a carattere religioso. In tali feste erano spesso rappresentati spettacoli taurini, non solo corride ma anche encierros. L’encierro (trad. recinto) nacque come operazione preliminare alla manifestazione taurina vera e propria, ossia il trasferimento dei tori fino al luogo deputato per la corrida. Con il passar del tempo divenne esso stesso uno spettacolo quando i cittadini, in una prova di coraggio, iniziarono a correre davanti o in mezzo agli animali. L’esempio più famoso è quello che si celebra tuttora in onore di San Fermín a Pamplona.

<<<—torna all’indice   pagina seguente—>>>