Laghi e fonti nel “Bosque” di Béjar: l’ uso dell’acqua in una villa cortigiana
Una delle distrazioni nella vita cortigiana dei duchi di Béjar nel Bosque era lagata al particolare utilizzo dell’acqua. Il risultato fu un insieme di strade, canali, fonti e un lago che davano frescura nei giorni d’estate, garantivano la vita di animali e piante e rappresentavano il potere del mecenate attraverso gli scudi familiari scolpiti sui muri del lago e delle fonti. Il lago artificiale del Bosque di Béjar si convertì in un elemento fondamentale del giardino: dominava la terrazza principale della villa, occupava una superficie quadrangolare di 4.322 metri quadrati ed era, senza dubbio, una grande opera di ingegneria, con canali e dighe per governare il fiume. In più, le acque ferme del lago davano tranquillità e servivano per dare ampiezza di prospettiva, poichè facevano da grande specchio al palazzo, che si rifletteva in esse (immagine 1). Sulla superficie, attorno a un tempietto neomorisco del XIX secolo, c’erano, come ancora oggi si possono vedere, diverse specie di uccelli e, sott’acqua, una gran quantità di animali acquatici. Pedro Juan de LastanosaCelebre matematico e ingegnere della seconda metà del XVI secolo, che fu al servizio di Filippo II. Disegnò importanti opere d’ingegneria come il Canal Imperial de Aragón o i lavori dell’Alcázar de Madrid, palazzo dei monarchi Asburgo. Scrisse anche diversi trattati di matematica e su opere d’ingegneria., ingegnere di macchine idrauliche di Filippo II, spiegava nella sua opera Los veintiún libros de los ingenios y de las máquinas l’interesse della nobiltà nel costruire laghi come se fossero stati autentici vivai di pesci, in cui il divertimento era dar loro da mangiare e vedere la competizione tra gli animali per raggiungere la propria razione di cibo. Altre attività ludiche nel lago del Bosque erano la navigazione, la pesca con la canna o la rappresentazione di battaglie navali attraverso le naumachieTeatralizzazione delle battaglie navali in laghi e piscine, la cui origine risale all’epoca romana. (sebbene quest’ultima attività abbia creato un acceso dibattito tra gli studiosi di Béjar per la scarsa affidabilità dei documenti sull’argomento).
Nel Bosque vi sono due importanti fonti, la prima è la Fuente de los Ocho Caños, risalente alla fine del XVI secolo, situata accanto al lago e di fronte al Palazzo dei duchi. È composta da una colonna ottogonale e da una tazza che raccoglie l’acqua con otto figure di animali mitologici come tritoni, fauni, etc. Sul fondo di questa fonte si possono vedere gli scudi degli Zúñiga y Sotomayor (immagine 2). Più a nord, accanto al Palazzo, si trova la Fuente de la Sábana, eretta al principio del XVIII secolo secondo il gusto Barocco. Il suo nome fa riferimento alla leggerezza dell’acqua, che ricorda il movimento di un lenzuolo che cade. Nella parte più alta della fonte, come coronazione barocca, domina lo scudo degli Zúñiga y Sotomayor.
Infine, al lato della Fuente de la Sábana, è d’obbligo ammirare un albero leggendario, el tejo de El Bosque, l’albero più antico della villa, che secondo i calcoli potrebbe essere stato piantato quando venne creato il giardino. Vi sono anche altri alberi, un gruppo di sequoie, che sebbene non siano tanto antiche come il tejo, sono comunque impressionanti per la grande altezza e la loro imponenza.